Stop all'austerity, priorità per i partiti minori

Stop all'austerity, investimenti pubblici e nazionalizzazioni. Sono queste le "ricette economiche" delle forze politiche non coalizzate con i grandi partiti

Stop all'austerity, priorità per i partiti minori

Stop all'austerity, nuove tasse e investimenti pubblici. Sono questi i punti di contatto tra Liberi e Uguali e Potere al Popolo, le due formazioni a sinistra del Pd che si presentano per la prima volta alle elezioni Politiche. Anche Casa Pound propone un programma fortemente statalista, mentre il Popolo della Famiglia vuole portare avanti provvedimenti per aiutare "gli ultimi". Quattro ricette diverse, quattro modi di rilanciare l'economia. Ecco i dettagli.

LeU e Potere al Popolo: stop precariato e tasse per i ricchi

LIBERI E UGUALI punta a superare il Jobs Act e a ripristinare l’articolo 18 mentre i contratti a tempo determinato e il lavoro in somministrazione saranno l’eccezione. Vuole estendere il Rei (reddito di inclusione) e “rivedere in profondità la riforma Fornero” consentendo a chi svolge usuranti di andare in pensione prima e risolvendo il problema degli esodati. Ritiene inoltre necessario, per salvaguardare i conti dell’Inps, separare l’assistenza dalla previdenza. Intende attuare“un reale sblocco del turnover nella Pubblica Amministrazione” e introdurre la ‘carbon tax’ per realizzare un “Green New Deal” così da arrivare nel 2050 al 100% di energia rinnovabile. Promette di ridurre l’aliquota Irpef partendo dal primo scaglione, quello che riguarda i redditi più bassi, e prendendo come punto di riferimento il modello tedesco. Propone un’unica tassa sui redditi da capitale e sul patrimonio mobiliare e immobiliare che abbia un’aliquota progressiva. È favorevole sia alla web tax sia alla Tobin Tax, un’imposta sulle transazioni finanziarie che deve essere introdotta a livello europeo.

POTERE AL POPOLO intende cancellare il Jobs Act, i contratti a tempo determinati e i voucher. Promette di ripristinare la scala mobile e l’articolo 18 che verrà esteso anche alle imprese con meno di 15 dipendenti. Vuole abolire gli Ordini professionali, introdurre l’equo compenso, ridurre l’orario di lavoro a 32 ore settimanali e garantire il diritto di sciopero “attraverso la modifica della l. 146/90”. Ritiene necessario avviare un importante piano di assunzioni nel pubblico. Propone di abolire la riforma Fornero dando“il diritto alla pensione a 60 anni di età o a 35 anni di contributi per tutti” e adeguando le pensioni minime al reale costo della vita. Prevede di introdurre un “minimo di pensione, con 15 anni di contributi, compresi i contributi figurativi, per non condannare alla miseria chi ha avuto una vita lavorativa discontinua”. Lavora per inserire un massimo di pensione e di cumulo dei trattamenti pensionistici a 5000 euro lordi mensili. Considera doveroso separare la previdenza dall’assistenza e sopprimere le casse previdenziali private per rimettere tutto nelle mani dell’Inps. Punta a porre fine alle privatizzazioni, a ripubblicizzare le industrie strategiche e Cassa Depositi e Prestiti. Infine si prefigge l’obiettivo di nazionalizzare Banca d’Italia e separare nuovamente le banche di risparmio da quelle d’affari. Vuole istituire il reddito minimo garantito e rinegoziare il debito. Per quanto riguarda il fisco prevede un ritorno al passato quando l’Irpef aveva 32 scaglioni di reddito con l’aliquota più bassa al 10% e la più alta al 72%.

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CASA POUND ITALIA vuole nazionalizzare la Banca d’Italia e farla diventare prestatore di ultima istanza per i titoli emessi dallo Stato. Intende trasformare la Cassa Depositi e Prestiti in un istituto bancario di proprietà pubblica che finanzi le piccole e medie imprese. Punta inoltre a cancellare il pareggio di bilancio dalla Costituzione e“impedire l’ereditarietà del debito per le persone fisiche”. I debiti dovuti dai cittadini allo Stato possono essere solo riscossi da quest’ultimo e non cartolarizzati o ceduti ai privati. In caso di un processo vi sarà l’obbligo da parte del creditore di dare prova scritta del debito al magistrato.

IL POPOLO DELLA FAMIGLIA intende mettere mano al Jobs Act per ridurre i casi

di licenziabilità e contrastare il precariato. Prevede la chiusura notturna e festiva degli esercizi commerciali e l’aumento delle pensioni di invalidità e dell’accompagnamento, delle indennità e degli assegni familiari.

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