Stop del Garante al duello televisivo tra Letta e Meloni. "Occorre parità tra tutte le liste"

Alla fine, il faccia a faccia Meloni-Letta negli studi di Bruno Vespa, clou della campagna elettorale televisiva auspicato dai due leader, sembra destinato a saltare

Stop del Garante al duello televisivo tra Letta e Meloni. "Occorre parità tra tutte le liste"

Alla fine, il faccia a faccia Meloni-Letta negli studi di Bruno Vespa, clou della campagna elettorale televisiva auspicato dai due leader, sembra destinato a saltare.

Oggi pomeriggio toccherà all'Autorità per le comunicazioni di pronunciarsi sui criteri della «par condicio» in campagna elettorale, ma - a leggere il comunicato già emesso dalla stessa Authority - si intuisce che difficilmente il segretario Pd e la capa di Fratelli d'Italia riusciranno a coronare il proprio sogno «bipolare»: un confronto tutto per loro, nelle ultime ore della campagna elettorale, con la riduzione al ruolo di comparse di tutti gli altri capi-partito. Un confronto che, è l'orientamento che sembra emergere dall'Agcom, rischia di violare le regole del fair play: la legge elettorale - fanno notare gli esperti - non prevede l'«esistenza giuridica» delle coalizioni, che potrebbe giustificare il match diretto tra i loro leader e eventuali candidati premier. Dunque i confronti televisivi, che in queste anomale e frettolose elezioni estive sono l'unico sostituto di campagna elettorale, devono riguardare tutte le singole liste, e a condizioni parità.

Non a caso gli altri protagonisti elettorali hanno elevato aspre proteste nelle sedi istituzionali, investendo la commissione parlamentare di Vigilanza, che a sua volta si è rivolta all'Autorità. E secondo il comunicato dell'Agcom, alla vigilia della riunione odierna, occorre «assicurare a tutti i soggetti politici, con imparzialità e equità, la parità di trattamento nell'accesso all'informazione». A questo fine verrà «esaminata» la segnalazione della commissione di Vigilanza, che ha raccolto le proteste degli esclusi, e «le modalità di organizzazione delle presenze delle varie forze politiche nella trasmissione Porta a Porta».

Un preavviso che non promette nulla di buono per il confronto tv concordato tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, già preannunciato con rulli di tamburo per l'ultimo giorno di campagna elettorale, il 23 settembre, dal conduttore Bruno Vespa. «Una telenovela tra Giorgia e Enrico, in violazione della parità di trattamento», ha accusato il leader del Terzo Polo Carlo Calenda. «Un accordo a lume di candela», è insorto l'offesissimo grillino Giuseppe Conte. Persino i rossoverdi Fratoianni e Bonelli, alleati delle liste Pd, hanno protestato con la Rai, chiedendo che vengano «garantite pari condizioni e impedite situazioni di svantaggio o di vantaggio per alcune liste», mentre Luigi Di Maio si dice pronto a «un confronto diretto» con l'ex alleato Salvini «anche a Papeete». Dal Pd fanno sapere che Letta «non vuole infilarsi nella polemica sui confronti», e da Fratelli d'Italia Ignazio La Russa difende il format di coppia: «Un confronto a due è molto chiaro, e riguarda i primi partiti». Che però, al momento, sono tali solo sulla carta dei sondaggi.

Se l'Agcom oggi dovesse bocciare, come appare assai probabile, il duetto Letta-Meloni, frustrando il desiderio di entrambi di presentarsi come i veri antagonisti della campagna elettorale, i giochi si riaprirebbero. La soluzione potrebbe essere il sorteggio tra le diverse liste, o i confronti collettivi tra i leader.

Già prefigurati, con notevole intuito, dal direttore del Tg7 Enrico Mentana (che ha invitato Meloni, Letta, Calenda e Conte nel suo studio, ricevendo un preventivo diniego dai primi due) e da Sky, che ieri si diceva pronta a «ospitare uno o più confronti a più voci tra tutti i leader».

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