"La Stradale non fa più inseguimenti". La Polizia: falso, ma serve più cautela

La direttiva è vecchia di un anno: "Meglio evitare incidenti"

"La Stradale non fa più inseguimenti". La Polizia: falso, ma serve più cautela

Milano. Vietato inseguire, vietato correre, ma con qualche puntualizzazione. Dopo la direttiva del compartimento della Lombardia su come comportarsi in caso di inseguimento di autovetture che non si fermano ai controlli, la polizia stradale - e quindi il Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale - fanno chiarezza. «Con le direttive impartite - si precisa - non si è mai voluto venir meno al compito di inseguire gli automobilisti inottemperanti all'obbligo di arrestarsi all'alt, ma c'è l'esigenza di garantire la maggiore tutela possibile all'incolumità degli utenti stradali e degli stessi operatori di polizia». Agli operatori, prosegue la Stradale, si raccomanda «di adottare in tali occasioni tutte le opportune cautele senza, ovviamente, venir meno ai propri compiti istituzionali».

La polemica va avanti da qualche giorno. Da quando, cioè, con la circolare N. 220009900/220.19, il dirigente del settore Maria Dolores Rucci ha ammonito gli agenti dell'intera regione a operare «col massimo livello di prudenza e di accortezza» verso le auto che non rispettano l'alt e scappano. Limitandosi ad annotare la targa, il tipo e il modello di auto, a segnalare via radio «a tutte le altre Forze di Polizia presenti sul territorio per il rintraccio dei fuggitivi».

Quelle disposizioni, si legge nel testo, erano già state diramate un anno fa: però, puntualizza sempre la dirgente: «si verificano ancora degli inseguimenti". Invece, scrive, "la reazione del personale della Specialità deve essere attenta e ponderata tenendo in conto in primis dell'esigenza di salvaguardare la sicurezza di tutte le persone che circolano su strada». E quindi, in caso di fuga, primo non farsi e non far male, «procedendo con la dovuta cautela» e non dimenticando «le possibili responsabilità penali e disciplinari determinate da un comportamento imprudente, evidenziando il profilo etico correlato alle conseguenze di ordine morale che scaturiscono dal ferimento o dal decesso di persone direttamente coinvolte o estranee». Infine, occhio ai danni alle Volanti, «sui quali verranno effettuati puntuali inchieste amministrative». Insomma, per farla breve: chi rompe, dovrà pagare.

«Le disposizioni - precisa ancora il Dipartimento - impongono l'acquisizione di tutti gli elementi descrittivi ed identificativi dell'automobile in fuga da condividere tempestivamente con la centrale operativa della Polizia Stradale che, mediante un'attività di coordinamento, coinvolgerà anche altri equipaggi in supporto a quello inseguitore». Come spiega ancora la dirigente Maria Dolores Rucci, le pattuglie quindi sono invitate ad annotare il numero di targa, il tipo, il modello, la direzione di marcia del veicolo e contattare immediatamente la sala operativa che diramerà i dati a tutte le altre forze di polizia presenti sul territorio per il rintraccio dei fuggitivi.

Una disposizione che ha fatto quasi inorridire i sindacati di polizia: «Tale consiglio viene elargito con un'esaustiva elencazione delle numerose conseguenze penali, amministrative, disciplinari, erariali, nonché quelle etico morali scrive,

tanto per citare un parere avverso, il segretario nazionale del Sap, Gianpiero Timpano nelle quali si incorrerebbe nel caso in cui il tentativo di bloccare la marcia dei malintenzionati dovesse generare danni collaterali».

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