Strage del Mottarone: ci sono altri 11 indagati

Coinvolte tutte le società che avevano in carico la manutenzione, e Fanetti, tecnico della testa fusa

Strage del Mottarone: ci sono altri 11 indagati

Ci sono le colpe macroscopiche dei tre arrestati a botta calda, il gestore e i responsabili della sicurezza della funivia: ma a monte della tragedia del Mottarone la Procura di Verbania sta scavando - come era doveroso - su una lunga serie di responsabilità degli anni e dei mesi precedenti, che portano a mettere sotto inchiesta un'altra lunga serie di indagati. E sotto inchiesta finisce anche la Leitner di Vipiteno, il colosso internazionale delle funivie, che finora aveva sostenuto di considerarsi essa stessa una vittima del disastro. E che ora finisce invece nell'elenco degli inquisiti.

L'allargamento dell'inchiesta era nell'aria da tempo, e viene allo scoperto con l'avviso che la Procura invia ieri per eseguire in forma di incidente probatorio - con la presenza cioè anche dei legali e dei consulenti degli indagati - all'apertura e alle analisi dei computer sequestrati all'indomani della tragedia. É nella memoria dei pc che gli inquirenti cercano «dati ed eventi indispensabili alla perizia sulle cause della precipitazione della cabina numero 3». Il riferimento agli «eventi», cioè alle operazioni compiute sui computer, sembra indicare che i pm sospettino che qualcosa sia stato cancellato dalle memorie per nascondere un dato cruciale: la consapevolezza del rischio costituito dal «forchettone» inserito per impedire al freno automatico di entrare in servizio.

La posizione della Leitner, appaltatrice principale della sicurezza, era resa delicata fin dall'inizio dal duplice ruolo di uno dei primi arrestati, Enrico Perocchio, che lavorava sia per la Ferrovie del Mottarone che per la Leitner stessa. Ma ora sotto inchiesta finiscono i livelli più alti della società di Vipiteno: l'amministratore delegato Anton Seeber e il consigliere delegato Martin Leitner, insieme al responsabile dell'assistenza clienti Peter Rabanser. Indagato anche un altro uomo Leitner: Rino Fanetti, «il dipendente che in data 22.11.2016 ha eseguito la testa fusa della fune traente superiore della cabina 3». É la fune che ha ceduto di schianto, trascinando con sè la cabina con i suoi occupanti. É l'altro pezzo dell'inchiesta, il filone che oltre alla scellerata decisione di aggirare il sistema di freno cerca di capire come sia stato possibile il cedimento della fune. La società Leitner viene indagata in base alla legge 231 sulla responsabilità delle aziende, in relazione ai reati di omicidio colposo plurimo e di lesioni gravissime.

Ma non è tutto: vengono indagati anche gli uomini delle società che per conto di Leitner operavano materialmente sull'impianto: Fabrizio Pezzolo e Davide Marchetto della Rvs, che si occupava della manutenzione delle centraline idrauliche, Alessandro Rossi e Davide Moschitti della Sateco che faceva le prove magneto-induttive (cioè i test strumentali sull'usura delle funi) e

Federico Samonini della Scf, la società incaricata del controllo visivo delle funi. E che cambiò tutte le teste fuse tranne quella della cabina numero 3. Dovevano cambiarla tra quattro mesi. La tragedia non ha aspettato.

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