Strage alla stazione, colpiti i civili in fuga: 50 morti e 300 feriti. "Razzo per i bambini". Accuse Mosca-Kiev

A Kramatorsk falcidiati i civili in attesa del treno. La testimonianza choc: "Corpi dilaniati, io ricoperta di sangue". La scritta in cirillico sul razzo. La versione di Mosca: "Lanciato dagli ucraini per usare le persone come scudi umani".

Strage alla stazione, colpiti i civili in fuga: 50 morti e 300 feriti. "Razzo per i bambini". Accuse Mosca-Kiev

Kramatorsk. Il peluche insanguinato è un colpo al cuore. In mezzo al piazzale davanti ai binari della stazione della morte di Kramatorsk rappresenta il tragico simbolo di una guerra che spazza via i bambini. Dieci sono morti assieme ad altre 40 persone per un maledetto missile arrivato da Est, dove sono attestati i russi. Forse una testata di bombe a grappolo, che ha seminato morte e distruzione in mezzo ad una folla di migliaia di civili. Famiglie che premevano per salire su un treno e mettersi in salvo verso ovest in vista della temuta offensiva russa nel Donbass. «Un soldato davanti a me è stato dilaniato. Il suo sangue mi è schizzato addosso, ma sono stata colpita pure io e crollata in ginocchio. Il treno per Leopoli doveva partire alle 13», racconta Anastasia, 24 anni, una giovane ferita che non smette di piangere. Il missile assassino è piombato dal cielo alle 10,35 del mattino su gente ignara che scappava proprio dai bombardamenti. Quando arriviamo la scena è drammatica: per terra i vetri delle finestre andati in frantumi si mescolano alle strisce di sangue di chi ha cercato di trascinarsi al riparo. A un passo dai binari ci sono trolley, borse, valigie abbandonate alla rinfusa. Per terra vicino al peluche insanguinato, una mezza pagnotta, borsette, cappelli femminili. E scarpe volate via, intrise di sangue, sia di adulti che bambini. Un passeggino verde è abbandonato per sempre.

L'orrore è coperto da teli verdi e bianchi che sono diventati rossi. Due lunghe file di corpi allineati da militari e poliziotti, con lo sguardo vitreo, che non dicono una parola. Da un telo spunta la gamba affusolata di una donna, dall'altra il corpo di una ragazzina. Un bambino è stato decapitato dalla furia dell'esplosione. La mano biancastra e rattrappita di un'anziana sbuca da sotto un telo. I militari con il simbolo della croce rossa sul braccio arrivano con i sacchi neri per portare via i corpi. Quando alzano i teli vedi tutta la brutalità della guerra che falcia i civili. È la strage degli innocenti, della gente in fuga, soprattutto donne e bambini, che agognavano un posto sul treno della salvezza. Nella stazione di Kramatorsk hanno trovato la morte. «Ho sentito due gigantesche esplosioni in aria. Le macchine davanti a me hanno preso fuoco e poi il buio», racconta Daria, che ha delle schegge in un braccio. Le strisce di sangue della strage alla stazione continuano fino alla sala d'attesa, dove tutto è in frantumi. Un cane azzoppato sembra fare la guardia a delle chiazze rosse sul marmo, forse il sangue del suo padrone.

Davanti alla stazione un pezzo di missile è caduto su un piccolo spiazzo verde. Una specie di siluro, forse un pezzo del rotore, con una scritta bianca in russo che fa accapponare la pelle: «Per i bambini». Un monito di rappresaglia o vendetta sull'ordigno che forse portava una testata a frammentazione esplosa a mezz'aria falciando i civili. La stazione è ancora intrisa di sangue, che già si scatenano le accuse contrapposte. Gli ucraini e l'Occidente parlano con certezza di «abominevole» crimine di Mosca. Il bilancio ufficiale è di 50 vittime, compresi 10 bambini e 300 feriti, ma dopo la strage diversi sono spirati come mosche negli ospedali. Una donna se ne è appena andata e le infermiere portano il corpo fuori dall'ospedale con un lenzuolo che le copre il volto. Si vede solo il braccio irrigidito e un portachiavi con l'immagine della torre Eiffel, che forse sognava di visitare in fuga verso Ovest.

Il ministero della Difesa di Mosca respinge le accuse e punta il dito contro un battaglione missilistico ucraino che avrebbe «lanciato i missili da Dobropolye». L'assurda spiegazione è per «impedire ai civili di partire e usarli come scudi umani». I militari sul posto parlano di un Tochka-U, il vecchio SS-21 di sovietica memoria che dal 2020 non sarebbe più in dotazione alle forze russe. In realtà la nota della sigla incisa in nero sul relitto (9M79-1) lo identifica come un'evoluzione, che può portare bombe a grappolo fatte apposta per esplodere a mezz'aria. Questo spiega l'assenza di un cratere. L'intelligence occidentale ha segnalato, prima del massacro della stazione, che i russi stavano utilizzando pure questi missili nella guerra in Ucraina. E non si può escludere che i loro alleati nel Donbass siano in possesso di ordigni balistici a corto raggio del genere. Gli ucraini hanno in dotazione le stesse armi e forse per questo la versione di Kiev è che si tratti di un moderno missile Iskander.

Poco importa alla ragazza che piange a

dirotto e lotta per la vita in un letto d'ospedale con i sacchetti di sabbia che tappano le finestre. Ferita alla stazione, ha perso il fratello e la madre le stringe la mano per farle coraggio con il volto rigato di lacrime.

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