Berlusconi riunisce i suoi ad Arcore e detta la linea: «Ora facciamo una legge elettorale, poi si voti». I tempi sono fondamentali. «A novembre sono pronto», avrebbe detto agli azzurri presenti a villa San Martino. Oltre ai capigruppo Romani e Brunetta ci sono tutti i big: Toti, Gelmini, Bernini, Carfagna, Gasparri, Matteoli, De Girolamo, Schifani, Ronzulli, Brambilla. Si ragiona su Renzi: «Ora vuole accelerare e andare subito alle urne. Ma la sua minaccia è una pistola scarica, un bluff. Bisogna attendere la sentenza della Corte costituzionale sulla legge elettorale». Il Cavaliere vorrà dire la sua e non è un mistero quale sia il suo desiderio: proporzionale con clausola di sbarramento. Ma la partita è ancora tutta da giocare e non sarà breve. Il che va anche bene per il Cavaliere, in attesa di un'altra sentenza: quella della Corte di Strasburgo che potrebbe rimetterlo in pista.
Così, per iniziativa del deputato Basilio Catanoso, già oggi il partito si mobiliterà per fare un appello alla Corte di Strasburgo. Una vera e propria campagna per sollecitare gli eurogiudici a esprimersi e a restituire così la leadership naturale del centrodestra a Berlusconi.
Ecco perché il leader di Forza Italia preferirebbe andare al voto in autunno piuttosto che in primavera. E in un certo senso il governatore della Liguria Toti si smarca perché dichiara: «Io mi auguro che si possa andare a votare nel più breve tempo possibile». Posizione analoga a quella di Salvini, con cui Toti conferma di essere in perfetta sintonia.
In ogni caso Berlusconi sarà in campo come è in campo oggi. Al termine del summit, viene diramata una nota ufficiale in cui si ribadisce che il leader di Forza Italia non ha alcuna intenzione di dare una mano al Pd: «Gli italiani hanno deciso di bocciare una riforma inutile e sbagliata, che avrebbe innestato una pericolosa deriva autoritaria - si legge -; al tempo stesso hanno dato un giudizio politico inequivocabile su un premier e su un governo, il terzo consecutivo non scelto dagli italiani, che cercava attraverso il referendum una legittimazione mai ottenuta dalle urne».
Ecco perché l'unico contributo che Berlusconi è disposto a dare è quello sulla legge elettorale che, essendo una regola del gioco, va riscritta tutti insieme: «Si apre ora una fase politica nuova, nella quale la parola deve tornare agli italiani. Perché questo avvenga occorre una legge elettorale che garantisca la governabilità e una reale corrispondenza della maggioranza parlamentare alla maggioranza popolare».
Concetto che Berlusconi ribadirà anche a Mattarella quando avvierà le consultazioni. Un capo dello Stato su cui il Cavaliere ripone la sua fiducia: «Siamo certi che il Presidente della Repubblica sarà garante di questa complessa fase, con la sua saggezza e il suo scrupolo istituzionale».
Pochi gli accenni fatti alla Lega anche se Berlusconi conferma di aver sentito Salvini. «Abbiamo parlato anche del programma di governo: pochi ma chiari e decisi punti. Al centro, meno tasse, meno tasse, meno tasse».
Le divergenze sono minimizzate perché «Con la Lega si troverà la quadra, ne sono certo. L'unità della coalizione è fondamentale». Altro elemento su cui discuterà al conclave di Forza Italia, programmato per mercoledì prossimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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