Studenti contro la lezione del cardinale Zuppi. "Siamo un ateneo laico: fuori la Chiesa da qui"

L'apertura dell'anno accademico affidata al monsignore: l'ira dei ragazzi

Studenti contro la lezione del cardinale Zuppi. "Siamo un ateneo laico: fuori la Chiesa da qui"

«Eva sa bene che la scienza sa tante cose, ma spesso dimentica l'essenziale: la scienza non conosce i miracoli. Eppure, qualcuno dice che i miracoli esistono». Forse è per questa frase, o per un'altra simile a questa e che a certe latitudini può apparire eversiva, che il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza dei vescovi italiani, si è ritrovato al centro di una petizione che sembra arrivare dai tempi dell'anticlericalismo più spinto, dall'era della breccia di Porta Pia e del Non expedit. Invece è il 21 febbraio 2023 e siamo all'inaugurazione dell'Anno accademico, nell'aula magna dell'Università Roma Tre, dove alle 10,30 il presidente della Cei terrà la lectio magistralis dal titolo «Educazione ai diritti e alla pace».

Il Circolo di Roma dell'Uaar, l'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, aveva lanciato una petizione rivolta al rettore dell'Ateneo, il professor Massimiliano Fiorucci: mille firme - spiega la responsabile Irene Tartaglia - sotto un testo nel quale si parla di «scelta quanto mai inopportuna per un ateneo pubblico, e che dovrebbe essere anche laico» e si definisce il cardinale Zuppi «esponente di uno Stato teocratico».

Viene da chiedersi perché mai un intellettuale ateo o agnostico dovrebbe essere accolto con maggiore entusiasmo di un intellettuale cattolico nell'Università di uno Stato laico, a meno che si voglia escludere dal dibattito culturale di un ateneo la nutrita schiera di chi ha un ruolo importante in un altro Stato, crede in Dio, nella scienza e magari anche nei miracoli. Georges Lemaître, fisico, astronomo, sacerdote, padre gesuita, è stato anche «padre» della teoria del Big bang.

L'università di Roma3 ha ospitato Giovanni Paolo II nel 2002 e papa Francesco nel 2017, che ha tenuto un discorso a braccio rispondendo agli studenti, ma ha steso tappeti rossi anche al premio Nobel per la pace, il Dalai Lama Tenzin Gyatso, al quale nel 2006 ha conferito la laurea honoris causa. Il rettore, nonostante le polemiche, ha così confermato l'intervento del cardinale Zuppi, in arrivo a Roma dopo la partecipazione di ieri all'inaugurazione dell'Università di Bologna, città di cui è arcivescovo.

La Eva dei miracoli di Zuppi non è la progenitrice dei viventi della Genesi, ma Eva Lappi, giovane dona emiliana raccontata nel libro «Il senso di Eva per la vita», che ha fatto della sua fragilità e vulnerabilità una grazia per gli altri, accogliendo in casa persone senza fissa dimora, tossicodipendenti, disagiate, ex carcerati, prostitute, rom. Miracoli del quotidiano.

A questo proposito, chi non avrebbe voluto una prolusione all'università dello scrittore Joseph Roth? «Perché a niente gli esseri umani si abituano più facilmente che ai

miracoli, se sono capitati loro una, due, tre volte. Sono fatti così gli esseri umani» scrive ne «La Leggenda del santo bevitore». Si può essere banditi da un'università di uno Stato laico perché intellettuali donati a Dio?

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