Finisce la scuola e finiscono i venerdì di sciopero. Ma non la protesta. Quella continua anche se un po' di tempo fa aveva promesso il contrario. Quindi troverà il modo di disseminare defezioni e intoppi in altri ambiti della società e in altri momenti cruciali della settimana (forse li manterrà il venerdì per non perdere lo slogan che l'ha resa celebre Fridays for Future), del mese o dell'anno. L'ormai ventenne Greta Thunberg si è diplomata e, assieme al suo esame di maturità, l'attivista svedese ha annunciato la fine dei suoi emblematici scioperi scolastici. «Oggi finisco la scuola superiore, il che significa che non potrò più fare scioperi scolastici per il clima. Quindi questo è il mio ultimo sciopero scolastico (quello di ieri, ndr)». Aveva quindici anni quando, nel 2018, ha iniziato a protestare in difesa del clima davanti al Parlamento di Stoccolma. La sua espressione contrariata e le sue trecce bionde hanno assunto una caratura ragguardevole, sono diventate addirittura iconiche. E ne ha fatto di rumore, mossa da quelle profonde correnti oceaniche che le vorticano dentro. Una vita per il clima, il clima per la vita. Così giovane e così centrata su una battaglia. L'ultima volta che si era fatta «spostare» dalla polizia norvegese (quella volta manifestava contro le turbine eoliche illegali) aveva però annunciato di voler passare il testimone ad altri. Complice forse lo sparuto numero di partecipanti al sit in. Aveva lasciato intendere di aver fatto il suo tempo tra piazze, slogan, megafoni, bagni di folla e contestazioni.
Aveva preso di mira abbastanza capi di stato, istituzioni, branchi di killer del pianeta, stormi di negazionisti incoscienti e ignari del countdown sul quale il mondo è seduto. Adesso «tocca ad altri» aveva promesso l'ultima volta. Ma evidentemente, per Greta, ogni volta è l'ultima volta.
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