Un nuovo strumento per gli esodi incentivati, della durata massima di sette anni, con sostegno pubblico esteso alle Piccole medie imprese e nuove assunzioni agevolate. Questa è la proposta messa sul tavolo dal ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, durante l'incontro di ieri con i sindacati sulla riforma delle pensioni. Si tratta dell'inizio di un percorso che dovrà concludersi entro fine anno, almeno se l'obiettivo è evitare il ritorno della legge Fornero alla scadenza di Quota 103 e Opzione Donna.
Al termine dell'incontro, soddisfatto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, che definisce «estremamente positivo» il «dialogo con il governo sulla riforma del sistema pensionistico» e ritiene «molto importante la volontà della ministra Calderone di superare in modo definitivo la rigidità della Legge Fornero».
Ovviamente sulle barricate il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che ha parlato di «incontro totalmente inutile». Il capo del sindacato rosso ha poi aggiunto: «Parteciperemo a ogni incontro» ma se l'esito, per il governo, «è qualche modifica all'Ape sociale e un allargamento dei contratti di espansione, non è quello che serve». Fa eco a Landini il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri: «Non c'è stata nessuna indicazione economica. Solo un'affermazione di principio ma noi siamo gente molto pragmatica, siamo abituati a misurare i fatti: chiacchiere e distintivo non ci servono». Intanto, però, la buona notizia per chi in pensione ci è già arriva dall'Inps che ha confermato per luglio l'aumento (compresi gli arretrati) delle pensioni minime come previsto dalla legge di Bilancio per contrastare gli aumenti inflazionistici. L'incremento sarà di 1,5 punti percentuali per l'anno 2023, elevato al 6,4% per i pensionati di età superiore a 75 anni, e di 2,7 punti percentuali per il 2024 senza distinzione di età.
Tornando alla riforma delle pensioni, Calderone prima di vedere i sindacati ha incontrato le imprese. Per Confcommercio-Imprese Italia è «importante la ripresa del confronto», occorre però «verificare la possibilità di conciliare la necessaria attenzione ad andamenti ed equilibri della spesa pubblica pensionistica» con esigenze di «flessibilizzazione dei trattamenti di quiescenza quanto di programmata ed efficace gestione da parte delle imprese di processi di ricambio generazionale».
Il capitolo pensioni è un tema delicato per un Paese
come l'Italia soprattutto se, come stima il Centro studi di Unimpresa, solo per quest'anno la spesa per le pensioni aumenterà di 20 miliardi a quota 317,9 (15,8% del Pil) per continuare a salire anche negli anni successivi.
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