La svolta a destra di Scholz. "Governo con Cdu e Csu"

Fuori Verdi e LibDem, alleanza con le opposizioni. Così il Cancelliere si "blinda" per un possibile voto anticipato

La svolta a destra di Scholz. "Governo con Cdu e Csu"
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È il crepuscolo degli dei in Germania, dove i miti della potenza economica e della stabilità governativa vacillano. La locomotiva d'Europa è ferma in recessione e voci di un rimpasto di governo si rincorrono da giorni. Il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz starebbe, infatti, valutando di espellere Verdi e liberaldemocratici della FDP dal suo esecutivo per formarne uno con i popolari di CDU e CSU, principale gruppo di opposizione al Bundestag.

La grande coalizione rossonera, bianca balena della politica tedesca, pare tornare in superficie e Scholz sembra aver adottato il motto andreottiano «meglio tirare a campare che tirare le cuoia». Per l'esponente della SPD l'obiettivo del rimpasto sarebbe recuperare consensi così da potersi presentare più forte alle elezioni in Germania nel 2025 e rimanere alla Cancelleria.

Intanto, i sondaggi danno la maggioranza in picchiata: SPD, Verdi e FDP hanno insieme soltanto insieme il 32 per cento, tanto quanto i popolari uniti. Insoddisfatto dall'esecutivo, il 57 per cento dei tedeschi è a favore di elezioni anticipate. Per stornare questo rischio e rimanere al potere, Scholz sarebbe pronto ad allearsi con CDU e CSU.

Chi conosce il cancelliere sa quanto sia ambizioso, freddo e calcolatore, quanti gli sono più vicini lo descrivono come privo di emozioni. Al governo, Scholz si è rivelato un abile manovratore, appoggiando ora gli ecologisti ora i liberaldemocratici divisi da una rivalità storica, per rinsaldare sia la tenuta dell'esecutivo sia soprattutto per approfittare della loro guerra di logoramento. Questo gioco ha avuto un limite: ormai, la frattura tra Verdi e FDP, a cui Scholz è di fatto vicino, è tanto profonda da bloccare ripetutamente l'azione del governo. Su due questioni centrali, riattivazione delle centrali nucleari e assenso della Germania alla riforma del sistema di asilo dell'Ue, il cancelliere ha dovuto ricorrere alle prerogative costituzionali che gli consentono di imporre la propria volontà in caso di divisioni tra i ministri. Scholz sarebbe dunque stanco di questa coabitazione forzata e per questo aprirebbe ai popolari nel governo, al posto di Verdi e FDP.

Una grande coalizione sarebbe vantaggiosa anche per il presidente della CDU Friedrich Merz che, nel governo rossonero, potrebbe diventare vicecancelliere e ministro delle Finanze sfidando poi Scholz alle elezioni nel 2025. Al momento, i protagonisti di questo scenario tacciono sugli sviluppi. Il silenzio è stato interrotto dal presidente della CSU Markus Söder, primo ministro della Baviera, che ha segnalato la disponibilità dei popolari a governare con la SPD. Secondo Söder, l'esecutivo in carica «è KO» sulla gestione della questione migratoria e pertanto «è necessario un nuovo governo di grande coalizione». Tuttavia, queste dichiarazioni non sembrano essere state coordinate Merz.

Fonti nella dirigenza del gruppo parlamentare dei popolari hanno affermato che «esiste un solo governo federale, la questione non si pone». Quando gli stato chiesto ciò che il cancelliere pensi delle affermazioni di Söder, il portavoce dell'esecutivo di Scholz, Steffen Hebestreit, ha risposto: «Niente».

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