Risuonano l'inno italiano e le note europee dell'inno alla gioia nel Salone delle Fontane all'Eur, dove Forza Italia presenta i suoi candidati per le elezioni Europee. Un appuntamento con la storia per il partito azzurro che affronta la prima prova elettorale per l'assemblea di Strasburgo senza il carisma, il traino e l'energia di Silvio Berlusconi. Una prova che rende più che mai necessario giocare di squadra e puntare su candidati e competenze riconosciute. Antonio Tajani raccoglie il testimone e insieme ai capigruppo di Camera, Senato e del parlamento europeo, Paolo Barelli, Maurizio Gasparri e Fulvio Martusciello, introduce i 76 nomi che l'8 e il 9 giugno gli italiani troveranno sulle schede nelle diverse circoscrizioni elettorali. Il vicepremier e ministro degli Esteri guiderà la truppa azzurra in tutte le circoscrizione eccetto le Isole, dove la capolista è l'eurodeputata Caterina Chinnici e dove ci sarà anche il sardo Michele Cossa. Al Nordovest Tajani è seguito dall'ex sindaca di Milano Letizia Moratti, ma anche dall'europarlamentare Massimiliano Salini, dall'imprenditore Paolo Damilano, dall'ex sottosegretario alla Salute Andrea Costa - in rappresentanza di Noi Moderati - e da Marco Reguzzoni, mentre al Nordest e al Centro rispettivamente dalla sottosegretaria all'Economia Sandra Savino e dall'eurodeputata Francesca Peppucci. Alessandra Mussolini sarà candidata sia al Centro che al Sud, mentre sempre al Sud ci sarà Fulvio Martusciello.
«È la prima sfida nazionale dopo la scomparsa del nostro leader. Ma riusciamo ad essere forti e organizzati e godere di buona salute. Abbiamo fatto delle liste non per accontentare due-tre che vogliono essere eletti, non c'è nessuno che abbia la garanzia di essere eletto. Vogliamo dimostrare agli italiani e al nostro leader scomparso che siamo in grado di farcela. L'obiettivo è il 10%, le due cifre, una cifra che alle politiche potrebbe proiettarci verso il 20% e farci tornare centrali nella vita politica italiana». Il messaggio spedito agli elettori è che oggi più che mai non si deve disperdere il voto. «Non possiamo permetterci come è accaduto in questa legislatura di avere 40 deputati italiani nel congelatore. Il voto a Forza Italia è il voto più utile che si possa dare. Siamo nel Ppe che esprimerà il presidente della Commissione e del Parlamento, il Ppe sarà determinante, essere parte del Ppe significa essere parte delle decisioni e più saremo forti, più l'Italia conterà». L'idea è quella di mettersi alla prova, di non cercare una navigazione di piccolo cabotaggio, ma di puntare in alto. Per questo Forza Italia chiuderà la campagna elettorale il 6 giugno in piazza a Napoli.
«Abbiamo fatto la scelta della piazza per misurarci con una sfida importante, per far capire a tutti che non abbiamo paura e che tutti devono essere mobilitati». Tajani ribadisce l'identità di Forza Italia, in continuità con i valori della sua fondazione. E promette: «Finché saremo in maggioranza ci batteremo perché la pressione fiscale non aumenti neanche di un euro. Si chiami sugar tax o patrimoniale». E poi sul legame che non si spezza con il fondatore Tajani rifiuta l'accusa di essere ripiegato sul passato: «Citare Berlusconi non significa non avere personalità e idee, Berlusconi lo cito apposta perché diceva cose sagge». Il vicepremier evita di entrare nella querelle sulla ricandidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione - sia Licia Ronzulli che Giorgio Mulè non hanno escluso che si possa pensare a un candidato alternativo -, von der Leyen di cui qualcuno nei giorni scorsi aveva ipotizzato la presenza alla presentazione dei candidati, trovandosi a Roma per un evento anti-astensione alla fondazione De Gasperi insieme a Tajani. «La von der Leyen o un altro nome per l'Europa? Il congresso del partito Popolare Europeo l'ha scelta come candidato, abbiamo votato - dice il ministro azzurro -.
Però non c'è lo Spitzenkandidat, cioè non è previsto al momento che il presidente della Commissione sia eletto dai cittadini direttamente, cosa che noi auspichiamo. La presenza non era prevista, con Ursula le cose vanno sempre bene».
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