Tav, Salvini sferza i 5 Stelle: "Il treno è più veloce e sicuro"

L'analisi costi-benefici sulla Tav al centro della polemica. Ponti: "È economica, non politica". Ma la Lega pensa al referendum

Tav, Salvini sferza i 5 Stelle: "Il treno è più veloce e sicuro"

A volte una foto vale più di mille parole. Come in questo caso. Matteo Salvini dedica qualche ora alla sua bambina a Milano, ma ogni occasione è buona per inviare messaggi politici all'alleato di governo. Tema del giorno: la Tav. Il ministro dell'Interno accompagna l'erede in un parco nella città meneghina, sale su un trenino per bimbi, si scatta una fotografia e la commenta così: "Bello il treno! Più pulito, più veloce, più sicuro".

Messaggio recapitato. La pubblicazione dell'analisi costi-benefici sull'alta velocità ha riaperto la ferita nella maggioranza. Secondo gli esperti del Mit la Torino-Lione avrebbe 7 miliardi di euro di costi in più. "Per me si devono spendere i soldi per fare le opere, non fare opere tanto per spendere soldi", diceva ieri Di Battista a Di Martedì. Diversa la posizione di Salvini: "Io leggerò tutte le carte perché ho il rispetto del lavoro di tutti, ma resto della mia idea".

Lo scontro è aperto. La Lega, così come le opposizioni in coro, contestano le modalità di realizzazione dell'analisi da parte del Mit. "Chi l'ha già letta - spiegava ieri sera Salvini - mi dice che ci sono dati un po' strani che ci confermano l'idea di andare avanti". Alcuni aspetti lasciano dubbiosi i leghisti, "come l'aver inserito i mancati introiti per le accise e i pedaggi", spiega Edoardo Rixi, viceministro ai Trasporti. Le politiche nazionali ed europee, infatti, "puntano a una riduzione delle emissioni e non possiamo certo oberare i viadotti e la rete autostradale con altro carico veicolare". "Questa è un'analisi economica e non politica", si difende però il professor Marco Guido Ponti, membro della commissione, chiamato in audizione in Parlamento. "Ha tutti i vizi e le virtù di un'analisi economica - insiste - ma pretendere la perfezione per una cosa che tende al futuro è impossibile". Ma per Elena Maccanti (Lega) nel testo risalta "l'assenza della voce benefici": "La Bocconi - dice - ha già calcolato 9 miliardi di ricadute per l’indotto", senza contare "i livelli di inadeguatezza della linea ferroviaria esistente".

Il governo si trova ad un bivio. Ora che l'analisi costi-benefici è (finalmente) arrivata, i gialloverdi dovranno prendere una decisione in un senso o nell'altro. Un modo per uscire dall'impasse potrebbe essere la consultazione popolare. Per Rixi infatti il vero tema è "se si vuole fare l'opera oppure no". Se l'obiettivo è concluderla, allora i modi per risparmiare quei miliardi di troppo "ci sono". Ad esempio, dice il leghista, "si può usare la Relazione Ponti per far capire all'Europa che c'è bisogno di più risorse europee", oppure per rivedere il "sovra-finanziamento da parte italiana". Poi "si possono risparmiare circa 1,5 miliardi di euro su opere in territorio italiano e si potrebbero investire altri 2 miliardi su altre opere nel quadrante nordovest". Diverso è se l'obiettivo grillino è quello di non realizzare l'opera a tutti i costi.

In questo caso, se il M5S facesse muro, la Lega pensa di puntare tutte le proprie fiches sul referendum: "Sono sempre stato favorevole", fa sapere Salvini. Che in attesa della Tav intanto sale sui trenini per bambini.

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