È un week end che assomiglia a una grande curva. Con calma, si torna verso la normalità. Altro che venti di crisi, è il momento di riallineare le agende per rilanciare il lavoro della coalizione di governo. «Sullo ius scholae - spiega da Verona Antonio Tajani - abbiamo solo espresso quella che è la nostra posizione. Non abbiamo detto che deve essere discussa oggi o domani». Ecco il punto decisivo delle polemiche di mezza estate: va bene mostrare e rivendicare le proprie posizioni, ma ora si rientra nei ranghi. Nessuna marcia indietro, ci mancherebbe, ma la consapevolezza dei tempi e delle priorità. Il leader di Forza Italia ha le idee chiarissime: «Non possiamo rinunciare alla nostra identità e al nostro pensiero. Anche perché lo ius scholae sarebbe più rigido dell'attuale legge per concedere la cittadinanza», ma questo «non ha nulla a che fare con inciuci o accordi con la sinistra».
La Lega nei giorni scorsi aveva evocato addirittura una crisi di governo, proprio a partire dalle polemiche interne alla maggioranza sui possibili cambiamenti alla legge sulla cittadinanza. Per un attimo si era materializzato un asse Forza Italia- Pd per cambiare la legge contro il parere della Lega e mandare quindi in crisi l'alleanza di governo.
Ma Tajani, a Verona con il cardinal Zuppi per la route nazionale delle guide Agesci, butta acqua sul fuoco dei retroscena di agosto: «Un centrodestra moderno deve raccogliere consensi e si vince sempre la partita al centro, se noi abbandoniamo il centro, il centrodestra è destinato a perdere. Dobbiamo tenere conto dell'Italia di oggi e quale sarà l'Italia di domani, ma non ha nulla a che vedere con cambiamenti di posizione».
I temi rimangono, ma scivolano nella lista. Nessun incendio, nessun falò, nessun accordo sottobanco per far saltare il banco.
Il 28 agosto ci dovrebbe essere il primo consiglio dei ministri dopo le ferie, il 30 è atteso il vertice fra la premier e i due vice che hanno duellato in queste settimane: Matteo Salvini e Antonio Tajani. In cima agli impegni c'è la legge di bilancio che centellinerà le risorse necessarie per non tradire le attese elettorali ma deve fare i conti con le nuove regole stabilite a Bruxelles. Servono 18 miliardi solo per rinnovare le misure varate l'anno scorso, ma gli spazi di manovra sotto l'occhio vigile della Ue, sono risicatissimi.
«Sto messaggiando con Meloni anche nelle ultime ore - spiega Salvini da Pinzolo dove è per la festa del partito - il momento è complicato, il nostro obiettivo sono stipendi e pensioni. Il mio obiettivo - prosegue il ministro delle infrastrutture - continua a essere cancellare la legge Fornero e dare la possibilità di uscire a chi ha lavorato 41 anni».
In realtà anche su questo versante le chances sono ridotte all'osso e non sarà facile coniugare le battaglie di vetrina con le cifre capestro del patto di stabilità. A Roma si fa notare che le entrate fiscali dovrebbero essere superiori alle previsioni e dunque ci sarà un tesoretto, forse 20 miliardi, a disposizione dell'esecutivo.
In ogni caso, niente più scintille e propositi bellicosi. «È vero che qualcuno ha tirato fuori temi che non sono sul tavolo, non sono prioritari - aggiunge Salvini. - Qualcuno ha detto che bisogna cambiare la legge sulla cittadinanza, che bisogna accelerare, ma legge che funziona non si cambia. Punto, per me la polemica è finita». In realtà c'è ancora qualche puntura di spillo, ma col ritorno a Roma ci si concentrerà fatalmente su altre questioni. Per ora però Salvini allunga ancora una stoccata: «La cittadinanza non è un biglietto al parco giochi dove vinci il pesce rosso nella boccia».
Poi però anche lui vira verso dichiarazioni più tranquillizzanti: «Il governo va
avanti fino al 2027, nessuno riuscirà a dividere il centrodestra, sarebbe delittuoso far vincere il centrosinistra». Si ricalibrano consolidati equilibri, mentre il carosello delle performance balneari va verso la conclusione.
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