Terapie intensive: i No Vax rischiano 38 volte di più di chi ha il booster

Report dell'Iss: vaccini efficaci contro la malattia grave, meno casi tra i medici ma crescono i contagi tra i 16-19enni e i ricoveri degli under 5. In calo i contagi giornalieri e rallenta l'aumento dei ricoveri

Terapie intensive: i No Vax rischiano 38 volte di più di chi ha il booster

Nei giorni in cui i numeri del Covid sembrano darci più dubbi che certezze, qualche punto fermo resta: il vaccino per quanto sotto le aspettative nella sua capacità di inibire i contagi, resta comunque una bella polizza contro lo sviluppo del Covid, soprattutto nelle sue forme più gravi. Lo chiarisce il report esteso dell'Istituto superiore di sanità, che analizza i dati che arrivano dagli ospedalio: ebbene, il tasso di ricovero in terapia intensiva è pari a 26,7 casi ogni 100mila per i non vaccinati e 0,7 ogni 100mila per i vaccinati con booster. Insomma, chi ha fatto tre dosi di vaccino è circa trentottovolte più protetto dalle conseguenze più gravi della malattia di chi non si è mai recato in un hub vaccinale. E il tasso dei decessi per le persone non vaccinate è pari a 42,4 ogni 100mila e quello dei vaccinati con ciclo completo e dose booster è 1,4. Secondo l'Iss la vaccinazione riduce la diagnosi di infezione rispetto alla non vaccinazione del 71 per cento entro novanta giorni dal completamento del ciclo vaccinale, del 57 per cento tra i 91 e i 120 giorni e del 37 per cento oltre i 120 giorni, mentre la protezione dalla malattia severa è rispettivamente del 95, del 93 e dell'89 per cento.

Dal report dell'Iss emergono altri due dati preoccupanti: l'aumento dei casi Covid tra gli operatori sanitari, 12.009 rispetto ai 10.393 della settimana precedente che però diminuiscono in termini percentuali (dal 2,0 per cento all'1,8) a causa dell'aumento dei contagi generali. E il forte aumento dell'incidenza dei contagi in particolare per la classe di età 16-19 anni e del tasso di ospedalizzazione nella fascia meno di 5 anni (oltre 10 ricoveri per un milione di abitanti) e un aumento più contenuto nella fascia 16-19 anni. Resta stabile la percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare (20 per cento). Il 31 per cento dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d'età 5-11 anni, il 59 nella fascia 12-19 anni e solo il 10 nei bambini sotto i 5 anni.

Nel frattempo dal bollettino arrivano notizie piuttosto tranquillizzanti. Ieri sono stati conteggiati 180.426, un dato alto ma inferiore rispetto ai 197.552 del sabato precedente (un confronto questo che consente uno sguardo tendenziale). La cosa era già accaduta giovedì mentre venerdì no, ma a causa del fatto che il confronto avveniva con il 7 gennaio, influenzato dal giorno festivo precedente. La percentuale di tamponi positivi rispetto a quelli effettuati (1.217.830) è del 14,81 per cento, la più bassa del 4 gennaio. Si potrebbe intuire quindi un rallentamento della corsa dei contagi, se non addirittura il sospirato plateau. Quella che non rallenta è la corsa dei decessi: 308 ieri, per il quarto giorno consecutivo sopra quota trecento. Ma sappiamo come i decessi siano l'evento che avviene con il maggiore ritardo rispetto al contagio e quindi è probabile che l'impennata attuale dei decessi sia da mettere in relazione con l'esplosione dei contagi a partire dalla fine del 2021.

E vediamo la situazione negli ospedali. Anche qui le cose sembrano andare meglio. I pazienti Covid nei reparti ordinari continuano a crescere, ma in modo meno significativo: ieri 18.370, con un aumento di 351 unità. Negli ultimi sette giorni l'aumento è stato di 3.440, nei sette giorni precedenti di 3.665.

La percentuale di occupazione è del 28,16 per cento. I pazienti Covid nelle terapie intensive sono 1.677, due in meno del giorno prima. Negli ultimi sette giorni si registra un +120 contro il +260 dei sette giorni precedenti. Tasso di occupazione al 18,14 per cento.

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