Notte tranquilla nel Catanese dopo la scossa di terremoto magnitudo 4.8 registratasi alle 3.19 di giovedì scorso. Ma la terra continua a tremare, anche se con minore energia, e la gente continua ad avere paura. Alle 4.40 una scossa di magnitudo 2.0, con ipocentro a 2 chilometri di profondità, è stata avvertita a Zafferana Etnea, tra le città maggiormente colpite dalla scossa principale. E si è temuto il peggio. Gli altri due eventi sismici hanno riguardato l'altro versante dell'Etna, a Ragalna, alle 2.18 con magnitudo 2.1 e una precedente di magnitudo 2.3 alle 21.14 del giorno prima.
Ma non c'è pace. Alle 7.15 di ieri un sisma di magnitudo 2.7 si è registrato nella zona di Adrano a una profondità di 4 chilometri e alle 9.01 a Biancavilla di magnitudo 2.8. Negli ultimi tre giorni le scosse registrate dall'Ingv, l'Istituto di geofisica e vulcanologia, sono oltre mille. Sono legate alla fervente attività dell'Etna, che si è risvegliata nel giorno di Natale. Dai suoi crateri sommitali si alzano intense colonne di gas e cenere lavica, ma l'energia è in calo. Le due faglie interessate sono la Fiandaca e la Pennisi, due delle strutture più meridionali del sistema tettonico delle Timpe. All'indomani del terremoto di Santo Stefano si traccia un bilancio, che per fortuna non annovera morti, ma feriti di lieve entità e danni alle cose, tra edifici privati e anche pubblici, in particolare alcune chiese, per cui è scesa in campo anche la Sovrintendenza alle Belle arti. In tutto ci sono dieci famiglie evacuate da Aci Platani, frazione di Acireale. Qui, sulla strada principale, si è allargata la faglia già presente. Gli sfollati, per lo più, hanno trascorso la notte in macchina, davanti alle proprie case dichiarate inagibili, sfidando le basse temperature di questi giorni. Temono azioni di sciacallaggio, contro le quali si stanno potenziando i servizi di controllo. C'è poi chi ha dormito nella propria casa, pur non sapendo se fosse sicura. La Regione siciliana prevedeva, infatti, un maggior numero di sfollati e aveva siglato una convenzione per ospitarli negli alberghi.
I dati ufficiali parlano di 323 persone che sono state ospitate negli alberghi e 45 in strutture scolastiche, inoltre sono stati spostati e messi in sicurezza 37 cittadini ad Acireale che vivevano in strutture per anziani. Le richiese di sopralluogo per le verifiche degli edifici, ha fatto sapere il capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, sono 1.600. Borrelli sottolinea come l'allerta sull'Etna fosse passata a gialla già a settembre. «Per questo abbiamo potenziato i controlli ha detto -. Dal 24 dicembre mattina abbiamo registrato un aumento della sismicità legato all'incremento della risalita del magma». I catanesi chiedono che adesso si riparta non solo con la conta dei danni, lo stato di emergenza e la ricostruzione, ma si punti alla prevenzione, investendo su di essa perché non si debba sfidare la sorte e temere che la prossima volta ci scappi il morto.
Ieri il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha incontrato a San Giovanni La Punta, nella sede della Protezione civile regionale, i sindaci delle zone più colpite: Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci Sant'Antonio, Santa Venerina, Viagrande e Zafferana Etnea, dove si lavora per prestare soccorso e per effettuare i sopralluoghi di verifica della stabilità degli edifici e sgomberare le strade dai calcinacci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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