Un testo illogico che non difende le vittime

Un testo illogico che non difende le vittime

Oggi si terrà una mobilitazione generale da Genova a Roma, passando per Bari e Potenza, contro la proposta di legge dell'ormai noto senatore Pillon. Con una petizione arrivata a quasi 100mila firme, scenderanno in piazza molteplici organizzazioni, dal «Telefono Rosa» al «Movimento per l'infanzia», dal «Non una di meno» alla «Casa internazionale delle donne».

Si griderà «no» perché il disegno di legge Pillon è da considerarsi un vero e proprio arretramento delle libertà e diritti civili di tutti, in particolare dei soggetti fragili coinvolti nel conflitto familiare. Come nel capolavoro di Orwell 1984 dove la vita degli abitanti dell'Oceania veniva spiata da telecamere presenti in ogni abitazione con cui il potere controllava i cittadini anche nella loro vita privata, assicurandosi un controllo totale sulle loro vite, la proposta Pillon vorrebbe impostare una famiglia unica, astratta e sottoposta a regole rigide. Siamo dunque davanti ad un problema serio da affrontare subito e radicalmente.

A Roma il 19 novembre, presso il Palazzo Senatorio in Piazza del Campidoglio è stato organizzato un incontro/dibattito proprio sui temi della violenza domestica, lo stalking e l'alienazione parentale, alla presenza di un parterre qualificato che esaminerà anche le ventilate riforme normative e la loro ripercussione sulle dinamiche delle crisi familiari. Il rischio è che l'ardore legislativo incarnato dal disegno di legge citato appiattisca problematiche serie verso una banalizzazione che peggiori, in luogo di migliorarla, la condizione di squilibrio che le donne ed i figli, soggetti il più delle volte deboli all'interno della famiglia, vivono in occasione della scissione del nucleo originario.

Il ddl Pillon è denso di semplificazioni che non tengono conto di ciò che accade nei tribunali e fra le mura domestiche, applicando automatismi illogici che finiscono per riverberarsi in modo negativo sui soggetti succubi della violenza all'interno della famiglia. Una violenza che si declina sul piano materiale ed economico in capo alle donne come anche ai figli e che non può essere arginata dalle soluzioni ipotizzate da questa osteggiata riforma in quanto l'obiettivo è, semmai, potenziare gli strumenti già vigenti, applicandoli in modo più capillare ed efficace, come ha fatto il tribunale di Napoli che ha recentemente condannato al risarcimento di danni cosiddetti endo-familiari un padre sparito dai radar della vita del figlio, dopo il divorzio.

La violenza è quindi il vero lato oscuro della famiglia, anche delle neo-famiglie nate con la Cirinnà come è accaduto di recente con l'applicazione del reato di molestie familiari in una coppia omosessuale unita civilmente. Di tutto ciò che origina e comporta la violenza mi sto occupando in un libro di prossima uscita, dove cerco di analizzare i crimini d'amore, in tutte le loro manifestazioni, soprattutto all'interno delle famiglie, cercando di disvelare le cause recondite, biologiche ed emotive, che li generano, gli effetti ed i rimedi, il tutto attraverso riflessioni personali.

Amare il prossimo, d'accordo, amare colui o colei cui si è giurato amore eterno è giusto e sacrosanto, come lo è perdonare cristianamente. La misericordia è un valore come lo è l'amore per se stessi, senza il quale manca la forza di denunciare un'ingiustizia, un sopruso, a tutela propria o dei propri cari.

Avere la forza di gridare «basta» e rivolgersi alla magistratura è però fondamentale come è fondamentale che i giudici non abbiano armi spuntate da disegni di legge che rendono loro più complesso e difficile, per chi è svantaggiato, far valere i propri diritti.

Ecco perché il ddl Pillon va contrastato e profondamente rivisto.

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