
Nell'ambiente lo chiamano «o' passaggio», il biglietto a scrocco che le compagnie di navigazione offrono a autorità di vario tipo per ingraziarsele. L'abitudine pare sia più diffusa di quanto si pensi, si parla di decine di migliaia di biglietti elargiti a costo zero ogni anno. Ma nel caso di Cin, la compagnia che controlla Tirrenia, il malvezzo va a incrociare le inchieste già aperte sulla compagnia di Vincenzo Onorato, amministrata dal figlio. E per i viaggiatori a scrocco scatta l'accusa di corruzione. In cambio dei viaggi gratis avrebbero chiuso un occhio su una serie di violazioni compiute da Tirrenia, omettendo o addomesticando i controlli.
Nel registro degli indagati della Procura di Genova finiscono quaranta nomi, in larga parte eccellenti: si parla di alti ufficiali della marina, funzionari di polizia, burocrati di Stato. E magistrati. Due toghe in servizio a Genova sono state pizzicate dalla Guardia di finanza nell'elenco degli imbarcati gratis sui traghetti Tirrenia. Si parla non di favori occasionali ma di «reiterati passaggi gratuiti», insomma una specie di abitudine. Quando dovevano lasciare Genova per un'isola del Tirreno, i due magistrati non facevano altro che chiamare il loro contatto. E «o' passaggio» arrivava, posto auto compreso.
I due magistrati erano in servizio in un ufficio giudicante del tribunale genovese (non in Procura, dunque) e per questo il procuratore Nicola Piacente appena si è imbattuto nei loro nomi ha dovuto stralciare la loro posizione e trasmetterla alla Procura di Torino. Ma anche qua il fascicolo si è scontrato con problemi di competenza e pare sia stato inviato a un'altra autorità giudiziaria.
La vera domanda è: qual era la contropartita che gli illustri passeggeri offrivano a Tirrenia? L'accusa di corruzione prevede una contropartita di qualunque tipo. Ma se è facile immaginare quali favori potesse ricevere Tirrenia da parte delle Capitanerie di Porto e della Marina militare, più difficile ipotizzare come i due magistrati si sdebitassero con Onorato per i viaggi gratuiti. Se non venissero individuati atti specifici, per i due magistrati rimarrebbe comunque la responsabilità disciplinare per avere violato il codice deontologico che vieta «l'uso della qualità di magistrato al fine di conseguire vantaggi ingiusti per sé o per altri».
Tra gli iscritti nel registro degli indagati ci sarebbero un contrammiraglio, Gianfranco Annunziata, già in servizio al gabinetto del ministro della Difesa, a cui sarebbero stati regalati ben ventinove biglietti, e gli ammiragli Pier Federico Bisconti, anche lui distaccato al ministero come vicesegretario generale della Difesa ed ex vicedirettore nazionale degli armamenti, e Filippo Marini, comandante della Capitaneria di porto di Venezia.
Secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza i destinatari degli omaggi non si sarebbero limitati a ricevere «o' passaggio» gratuito in cabina e il posto auto ma in diverse occasioni avrebbero ricevuto anche lacarta «gold» che permette di mangiare e bere a bordo durante tutta la traversata. Ovviamente gratis.
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