Tonaca e 'ndrangheta. Suor Anna torna libera

Il Tribunale del Riesame revoca i domiciliari. L'avvocato: "Può tornare ad aiutare gli altri"

Tonaca e 'ndrangheta. Suor Anna torna libera
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Torna in libertà suor Anna Donelli. Il tribunale del Riesame di Brescia ha infatti revocato gli arresti domiciliari alla religiosa arrestata a inizio dicembre nell'ambito di un'inchiesta della Dda.

Suor Anna è accusata di concorso esterno in associazione mafiosa. Da anni volontaria nel carcere bresciano di Canton Mombello e a San Vittore a Milano, è stata coinvolta nell'inchiesta su presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nel territorio di Brescia. Secondo le indagini, «si è messa a disposizione del sodalizio criminale per garantire il collegamento con i sodali detenuti in carcere». La religiosa durante l'interrogatorio di garanzia per due ore aveva raccontato la propria versione dei fatti, rigettando le accuse. Il gip aveva però confermato per lei la detenzione ai domiciliari, ora annullata dal Riesame.

«Siamo contenti, ora può tornare ad aiutare gli altri», commenta l'avvocato Robert Ranieli del Foro di Milano, difensore di suor Anna. Il Riesame ha appunto accolto la richiesta della difesa della religiosa 57enne molto attiva nelle carceri da oltre vent'anni. Suor Anna ha fin qui scontato i domiciliari, in tutto 25 giorni, in un'abitazione della Congregazione delle suore della carità a Cesano Boscone, in provincia di Milano. Da ieri è libera. Il tribunale del Riesame per ora ha solamente emesso il dispositivo di scarcerazione, senza le motivazioni della decisione, che saranno depositate entro 45 giorni.

Suor Anna Donelli era stata arrestata il 5 dicembre scorso su ordine del gip di Brescia Andrea Guerrerio, che aveva accolto la ricostruzione accusatoria dei pm della Dda. Secondo i magistrati anti mafia, in particolare la religiosa si era messa a disposizione dei mafiosi per fare da «postina». Sarebbe stata al servizio di Stefano e Francesco Tripodi, considerati dagli inquirenti Bresciani i boss della locale di 'ndrangheta di Flero, sempre nel Bresciano. Per i pm Teodoro Catananti e Francesco Carlo Milanesi, la 57enne avrebbe recapitato dentro e fuori dal carcere i messaggi, gli ordini, le direttive dei Tripodi destinati agli affiliati. Contro suor Anna agli atti sono finite alcune intercettazioni ambientali nelle quali padre e figlio di Sant'Eufemia dell'Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, parlando di lei, dicono: «La monaca è una di noi».

Interrogata dal giudice una settimana dopo l'arresto, la religiosa si era difesa e aveva respinto tutte le accuse, spiegando di aver conosciuto i Tripodi in carcere, così come aveva conosciuto numerosi altri detenuti.

Aveva aggiunto di aver dato loro supporto morale durante la carcerazione proprio come ha sempre fatto con tutti e soprattutto di non essersi mai prestata agli interessi del clan. Suor Anna inoltre aveva definito millanterie le affermazioni dei pregiudicati 'ndranghetisti che la riguardavano.

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