Nel 2019 la Sicilia è ancora collegata con un unico binario. Per esempio, per raggiungere Palermo da Catania e viceversa, occorrono quasi tre ore di treno, per appena 195 chilometri. Un'enormità di tempo e un tappo per la stessa economia dell'isola considerando che in un Paese civile, e lo dice anche il ministro Toninelli, i collegamenti ferroviari sono il primo esempio di mobilità sostenibile. A fotografare una situazione disastrosa ci ha pensato il rapporto Pendolaria 2018 di Legambiente che relega la Sicilia agli ultimi posti del trasporto ferroviario.
Adesso Rfi promette che a breve la Sicilia avrà nuovo collegamento veloce che permetterà di ridurre i tempi di percorrenza fra le due città. La nuova linea Palermo-Catania, parte integrande del corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia-Mediterraneo, è uno degli interventi previsti per migliorare la mobilità. Un investimento da 13 miliardi di euro. Il progetto di raddoppio del tracciato Bicocca-Catenanuova (Enna) da solo ha un valore di 415 milioni di euro. L'attivazione di un primo binario è prevista nel 2021 mentre l'intervento su entrambi i binari terminerà nel 2023, concludendo di fatto la prima fase funzionale del nuovo collegamento ferroviario veloce fra Palermo e Catania. "Il 2025 sarà una data in cui cittadini, imprenditori, turisti si potranno spostare tra le due principali città siciliane con normalità - annuncia il ministro Danilo Toninelli per la terza volta in visita in Sicilia nel giro di quattro mesi -. Non dobbiamo fare cose strane, dobbiamo normalizzare il Paese e normalizzare soprattutto la Sicilia perchè leggere da una delle slide di Rfi che da Palermo a Catania ci si impiega tre ore significa che non siamo in un paese civile, che non possiamo sfruttare le potenzialità che abbiamo. E quale Stato oggi può permettersi questo? Uno Stato che porta al fallimento la propria popolazione?", si domanda Toninelli.
Ma a cosa è servita la visita di Toninelli se il cantiere non è ancora partito e non partirà domani? Ad oggi è stata fatta un'inauguazione di un cantiere che - salvo intoppi - partirà fra un mese per la costruzione del raddoppio ferroviario del tratto Castelbuono-Ogliastrillo-Cefalù, pari ad appena 12,3 chilometri (poco meno del 10 per cento dell'intera tratta). I lavori solo su quel tratto sono bloccati dal 2014 e cinque anni dopo sono pronti a ripartire. Secondo il ministro entro sei anni tutta la tratta sarà portata a termine e i siciliani potranno viaggiare in un'ora e 45 minuti
Alle domande su cosa intende fare il governo per le aree interne siciliane, il ministro Toninelli, che nel frattempo ha inaugurato il viadotto Morello che dalla sua realizzazione nel 1970 non aveva mai visto un'operazione di restyling, dice: "Qua in Sicilia le strade interne, in massima parte strade provinciali, sono strade che non sono in buono stato di salute. Come vedrete nei prossimi giorni, in Gazzetta, verrà pubblicato il decreto sblocca cantieri con una norma ad hoc ed un commissario straordinario con poteri specifici per ogni cantiere. In più c'è anche una altra norma, ad hoc, che da poteri speciali, simili a quelli del ponte Morandi di Genova, per tutti i cantieri che necessitano di un commissariamento. Perciò ci saranno tanti commissari straordinari che sbloccano opere bloccate per mille motivi".
Sulla mancanza di copertura finanziarie per alcune infrastrutture come la nord-sud Toninelli ha detto: "Io purtroppo ho ereditato un ministero, c'erano i soldi e non sono stati impegnati. Uno Stato che ha tanti soldi per fare strade e ferrovie e poi non ce la fa a farle è uno Stato che ha fallito. Oggi con orgoglio posso dirvi che lo Stato in Sicilia è tornato pesantemente, con convinzione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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