Il G7 si ritira da Torino e fra i notabili della città sabauda scoppia la protesta: era il 6 ottobre 2016 quando l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciò in pompa magna che il G7 sull'innovazione in programma dal 25 al 30 settembre si sarebbe tenuto al Lingotto.
Una location simbolica, plastico esempio di una città in grado di trasformarsi, di superare il proprio passato industriale senza dimenticarlo ma rielaborandolo e trovando nuove vocazioni. L'ex quartier generale della Fiat sembrava il luogo perfetto, iconico e al tempo stesso ultramoderno.
Peccato che i sogni del premier Pd siano stati stroncati dal sindaco Chiara Appendino, dal prefetto e dal questore di Torino. Che a luglio, dopo i 1500 feriti della finale di Champions League in piazza San Carlo, hanno spostato la sede del vertice nella più tranquilla Reggia di Venaria Reale. Lontano dal centro della città e da un edificio considerato difficilmente difendibile.
Ora però quella decisione viene contestata duramente dagli industriali, dall'Unione industriale ad Ascom. Tutti parlano in coro di una "sconfitta" per la città, unendosi alle proteste dei soliti centri sociali infuriati per la presenza del G7 stesso.
Durissimo anche il governatore della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, che in un'intervista in edicola oggi su Repubblica ha bollato come "assurda" la scelta di vietare agli ospiti internazionali i luoghi simbolo della città.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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