Torna in piazza il Primo maggio pacifista. Il sindacato si mobilita contro l'Occidente

Un Concertone mai così stonato. Suonerebbe bene nella piazza Rossa

I conduttori del concerto del Primo Maggio 2021
I conduttori del concerto del Primo Maggio 2021
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Intanto, durante la tragedia della guerra fasciocomunista scatenata da Putin in Ucraina, tra poco ci beccheremo il 25 aprile, con le solite bandiere rosse e antioccidentali, e poi il concertone del primo maggio, con le stesse bandiere più qualche arcobaleno della pace e il solito giro di cantanti belli e buoni e rigorosamente contro la Nato, sennò che adunata canterina Cgil, Cisl e Uil sarebbe. Ci saranno tutti i peace & love, da Colapesce a Carmen Consoli, da Coez a Ariete, e poi Mace Ft Venerus, Gemitaiz, Joan Thiele, e altri che devono confermare, dovranno pensare a come allinearsi all'ideologia degli organizzatori, visto il momento. Mi pare strano non ci sia Jovanotti, che crede in una grande Chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, probabilmente non sa che posizione prendere per salvare capra e cavoli.

Eppure mai il concertone del primo maggio apparirà così stonato, a prescindere da chi ci sarà, perché sarebbe meglio non esserci, sempre a prescindere. Voglio dire, io sono uno scrittore e non sono un cantante, ma mai andrei su un palco organizzato da chi, da sempre, è contro la Nato, contro il capitalismo, contro l'Occidente, contro il consumismo, contro il liberismo, e continua a esserlo ancora oggi.

Basta vedere cosa ha dichiarato la Cgil, il principale promotore dello spettacolo, il più grande sindacato italiano: bloccare l'invio delle armi in Ucraina. Mentre in Ucraina stanno morendo sotto le bombe russe. Ci manderei Landini, sul fronte. Insieme a quelli dell'Anpi, i quali ancora devono verificare la responsabilità del massacro di Bucha, anche lì rendendo evidente non solo da quale parte stanno, ma pure che se non fossero intervenuti gli americani altro che «Bella ciao». Così come se gli americani non avessero fondato la Nato dopo, sai che canzoni, passavamo da «Faccetta nera» all'inno sovietico. A proposito: Bella ciao, la canteranno? La cantavano due anni tutti dai balconi (come se il virus fosse americano, e c'è pure chi l'ha sostenuto), ma adesso va riscritta, visto che il partigiano parteggia per l'invasor. Al mattino del primo maggio i sindacati pacifisti saranno a Assisi, immagino a pregare per l'Ucraina, d'accordo con il papa e anche con politici come Salvini, contrari alle armi, favorevoli alle preghiere (a parte che le preghiere non hanno mai salvato nessuno, ma non ho mai capito: un essere onnipotente non se ne accorge da solo? Come ti permetti di dirgli cosa deve fare? O è un modo come un altro per starsene con le mani giunte senza far niente). Dopo a Roma, a sentire le canzoni in nome della pace. Vedrete, come sempre, quante bandiere rosse e arcobalenate. Utilissime agli ucraini.

D'altra parte il primo maggio è sempre stato il raduno delle anime belle anticapitaliste, che nel capitalismo ci sguazzano, mica gli album gli artisti te li regalano. Grazie alla Nato puoi cantare quello che vuoi. Grazie alla Nato ci sono i sindacati. Grazie alla Nato esiste Landini. Però magari quest'anno ci sarà anche qualcuno di destra, chissà, perché Putin ha fatto questo bel regalo all'Occidente: rendere evidente a tutti che fascisti e comunisti sono la stessa cosa, stanno dalla stessa parte (non solo in Italia ma anche in Ungheria, e in Francia speriamo bene). Puoi mettere insieme le posizioni di Laura Boldrini e Casa Pound di fronte a una guerra ai confini dell'Europa.

Insomma, noi mandiamo armi per la Resistenza,

gli altri pregano e cantano. Però sarebbe stato bello, quest'anno, se visto che non bisogna inviare armi, il concertone lo avessero messo su non a Roma a piazza San Giovanni, ma sotto il Cremlino. Chissà chi tornava vivo.

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