Un giorno dopo aver sfidato l'ordine dei talebani di nascondere il proprio aspetto e di sottomettersi alla visione islamica, le conduttrici delle principali emittenti televisive afghane sono andate in onda di nuovo con il volto coperto. La loro protesta è durata poco più di 24 ore. «Abbiamo resistito e ci siamo opposte all'uso del velo integrale», ha dichiarato Sonia Niazi, presentatrice di TOLOnews: «Ma l'emittente ha subito pressioni. Hanno detto che a qualsiasi presentatrice apparsa sullo schermo senza coprirsi il volto sarebbe stato dato un altro lavoro». Mohammad Sadeq Akif Mohajir, portavoce del Ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, ha dichiarato che le autorità non hanno intenzione di costringere le presentatrici a lasciare il loro lavoro: «Siamo felici che i canali abbiano esercitato correttamente la loro responsabilità», ha puntualizzato. Dunque, le stesse reti della protesta - TOLOnews, Ariana Television, Shamshad TV e 1TV - hanno dovuto fare un amaro dietrofront. Il portavoce del ministero ha poi ribadito: «Chi vive in un sistema e un governo particolare deve obbedire alle leggi e agli ordini di questo sistema».
Sono piovuti subito i commenti. «Va bene che siamo musulmani, indossiamo l'hijab, ci nascondiamo i capelli, - ha affermato la presentatrice di TOLOnews, Farida Sial - ma è molto difficile per un presentatore coprirsi il viso per due o tre ore consecutive e parlare così». «Vogliono cancellare le donne dalla vita sociale e politica», ha aggiunto. Anche Khpolwak Sapai, vicedirettore di TOLOnews, è intervenuto con un post su Facebook: «Siamo in un profondo dolore oggi». Un'altra giornalista, che ha chiesto l'anonimato, ha invece commentato: «Un altro giorno nero per le donne del mio paese». E molte presentatrici temono che la fase successiva sarà quella di toglierle completamente dalla circolazione.
Dopo aver preso il potere l'anno scorso, nelle ultime settimane i talebani hanno imposto sempre più restrizioni alla vita delle donne. All'inizio di questo mese, il loro leader supremo ha emesso un ordine secondo cui le donne devono coprirsi completamente in pubblico, compreso il viso con il tradizionale burqa. E il Paese è così andato immediatamente indietro di 20 anni. I talebani avevano introdotto l'obbligo, secondo la lettura più rigida della legge islamica, la prima volta che furono al potere in Afghanistan, dal 1996 al 2001. Poi la situazione è cambiata: era sufficiente indossare un foulard che coprisse solo i capelli. La maggior parte dei musulmani di tutto il mondo non considera le donne che si coprono il viso in pubblico un obbligo della loro religione, e i talebani inizialmente sembravano adottare un approccio più flessibile dopo la presa del potere lo scorso agosto.
Ma nelle ultime settimane hanno imposto una serie di restrizioni alla vita delle donne, tra cui l'assegnazione di giorni separati per visitare i parchi pubblici e il divieto di fare viaggi più lunghi senza un tutore maschio. E ora in ultimo il Ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio dell'Afghanistan aveva ordinato alle conduttrici televisive di adeguarsi alle loro regole entro sabato.
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