Toti: "Mio partito? Darò una casa a chi si vuole impegnare"

Il giorno dopo la rottura con Forza Italia il governatore della Liguria, Giovanni Toti, non nasconde la propria amarezza

Toti: "Mio partito? Darò una casa a chi si vuole impegnare"

Il giorno dopo la rottura il governatore della Liguria, Giovanni Toti, spiega le ragioni del proprio addio a Forza Italia. "Resto dove sto, non mi muovo di un centimetro - dice ai microfoni di Agorà, su Rai3 - sono un moderato che sta nel centrodestra. Il partito di Toti? Non ho fretta, voglio solo dare una casa a tutte le persone che vogliono impegnarsi in politica". Poi affila le armi e rifila una critica dura nei confronti di Forza Italia: "È diventata ormai una casa asfittica, con una classe dirigenza asfittica e un po' invigliacchita, che sta chiusa dentro a vedere se gli tocca ancora una poltrona. Invece apriamoci, facciamo entrare tutti e cerchiamo di costruire qualcosa che resti nel futuro, dopo questi 25 anni che sono stati per certi aspetti anche gloriosi. Ha prevalso il fatto di voler comandare da solo Berlusconi, di voler salvare la poltrona a una piccola classe dirigente. È stata una visione a mio modo di vedere miope, che non salverà nessuno".

Il governatore spiega di non sentirsi "né abbandonato, né tradito. C’è stato un grande equivoco generale, ieri si è interrotto un cammino che avevamo intrapreso a giugno poi di colpo è cambiato tutto lo scenario". E ancora: "Non ci sono più le condizioni per continuare il percorso ma non vuol dire che tutto quel mondo è morto, ci sono tante energie in giro per il paese, ma ieri sono state mortificate".

Molto dure altre le critiche nei confronti del progetto politico lanciato da Berlusconi, Altra Italia. "Eravamo partiti per fare una alleanza di centrodestra, che potesse governare il paese e ridare smalto ai moderati all'interno del centrodestra, abbiamo fatto l'Altra Italia, che è una specie di Federazione di centro, che somiglia un po' a quei cespuglietti post-democristiani, che si alleano con chi conviene, Pd o Lega, a seconda della bisogna. Io credo che non ci fossero più francamente le condizioni per continuare un percorso, il che non vuol dire che tutto quel mondo è morto. Vuol dire che faremo qualcosa altrove".

In un'intervita al Corriere della sera Toti ha spiegato come ha appreso della scelta di Berlusconi di azzerare tutto, ripartendo da un comitato di presidenza allargato che, di fatto, ha messo in soffitta sia lui che la Carfagna: "Eravamo riuniti al comitato per le regole del congresso. Mara era appena andata via. Sul telefonino di tutti arriva la notizia di questo comunicato surreale di Berlusconi che liquida i due coordinatori e annuncia un coordinamento allargato.

L'ho appreso dal telefonino in quel momento, non ne sapevo nulla. In Forza Italia, ieri, la logica egoistica ha prevalso sulla generosità e la codardia sul coraggio. Me lo lasci dire. Anche dal punto di vista umano, per com'è andata a finire, là dentro è rimasto il deserto".

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