Traffico, caffè e ristoranti pieni: la normalità di una Tel Aviv prima della tempesta imminente

Internet a singhiozzo, voli cancellati o dirottati. La gente: "Attaccheranno, prepariamo i bunker"

Traffico, caffè e ristoranti pieni: la normalità di una Tel Aviv prima della tempesta imminente
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Caffè e ristoranti pieni, traffico, giovani in monopattino che sfrecciano come sempre su Arlosoroff street, una delle più frequentate nella zona nord della città israeliana. La metropoli che non dorme mai. Tel Aviv ricorda Kharkiv, 48 ore prima dell'invasione russa del 2022. Tutti si tuffano nella movida come se non ci fosse un domani o solo per scacciare i pensieri sulla guerra che verrà ancora più devastante degli ultimi dieci mesi.

Alla sera sembra quasi di ballare sul Titanic con i caffè ribollenti di gioventù e non solo. Davanti al ristorante italiano La lasagna, un classico, c'è la fila per il tavolo avvolti dal caldo opprimente anche di sera. Di giorno ti capita di incrociare gruppetti di giovani in divisa verde oliva, appena richiamati sotto le armi, che si prendono il caffè facendo finta di non avere pensieri.

Non vai mica al Nord anche oggi? - sbotta l'albergatrice di origine italiana - Guarda che attaccheranno ed è meglio stare al sicuro. Sto facendo preparare il bunker. Nessuno ha informazioni certe, ma ci sono piccoli segnali che fanno propendere per il peggio. In mattinata Internet va a singhiozzo. In caso di attacco devastante non è escluso che lo stesso governo israeliano blocchi tutto per evitare che girino in mezzo mondo filmati dei telefonini con obiettivi colpiti o addirittura palazzi in fiamme. Durante la giornata arriva il secondo segnale: voli anche israeliani dirottati o cancellati da un momento all'altro. La coppia in vacanza in Sicilia con il marito ufficiale dell'esercito che doveva rientrare con una compagnia israeliana a Tel Aviv, ma all'ultimo minuto sono stati informati che il volo atterrerà a Cipro. Ad Istanbul è rimasto bloccato un vecchio amico libanese partito dalla Polonia per Beirut. Alla mattina avevano confermato, ma durante lo scalo in Turchia il volo è stato cancellato, come tutti gli altri.

Non preoccuparti - ribadisce l'albergatrice - E' meglio prendere un po' d'acqua e qualcosa da mangiare, ma il supermercato dall'altra parte della strada se chiude per i missili riapre nel giro di uno o due giorni. Gli israeliani sono abituati alla guerra anche se questa volta c'è di mezzo direttamente l'Iran e non sarà il mezzo bluff di aprile. Le discussioni sono fra chi sostiene che è meglio abbandonare Tel Aviv e aspettare che passi la buriana fuori città e chi se ne frega e continua a ballare sul baratro. Le previsioni militari, a spanne, si sprecano: Dipende da quanti missili lanciano. Possono buttarli tutti su Tel Aviv per bucare Iron Dome e fare male.

Il panorama della zona centrale con i grattacieli che svettano come a New York è da tenere d'occhio. Un paio di palazzi sono governativi e in molti si aspettano che i missili di Teheran o dei giannizzeri libanesi di Hezbollah puntino proprio agli edifici più in vista per una specie di effetto 11 settembre.

Negli ultimi giorni gli allarmi, sulla app rossa del cellulare con il simbolo dei missiletti, arrivavano ad ondate. Il lugubre suono della sirena esce dal telefonino, magari quando lo hai in tasca e tutti si girano a guardarti in maniera sospetta.

La novità sono i nuovi droni kamikaze, ma gli allarmi indicano posti remoti in Galilea o gli insediamenti attorno a Gaza se Hamas tira fuori la testa. Nelle ultime ore la app è quasi muta. Forse è la calma, prima della tempesta.

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