Tregua, l'avviso degli Usa al Cremlino

Trump: "Mosca accetti o sanzioni finanziarie devastanti". Witkoff vola a Mosca

Tregua, l'avviso degli Usa al Cremlino
00:00 00:00

La Russia non si sbilancia sul piano di pace degli Usa per l'Ucraina, ma ora che Kiev ha dato il suo via libera al cessate il fuoco temporaneo, la pressione è su Vladimir Putin per decidere se accetterà le proposte di Donald Trump. Nel corso dell'incontro alla Casa Bianca con il premier irlandese, il presidente americano afferma che «ora tocca a Mosca». «Abbiamo persone che stanno andando lì adesso», continua, riferendosi al fatto che l'inviato Usa Steve Witkoff, volerà a Mosca «in settimana» e precisando che eventuali sanzioni finanziarie sulla Russia «potrebbero essere devastanti». Quanto alla fiducia nei confronti di Putin, si limita a rispondere: «Non ci abbiamo ancora parlato».

Volodymyr Zelensky, da parte sua, dice di aspettarsi misure forti da Washington se lo zar del Cremlino respinge la loro proposta di una tregua di 30 giorni: «Capisco che possiamo contare su misure forti. Non conosco ancora i dettagli, ma stiamo parlando di sanzioni e di rafforzamento dell'Ucraina - sottolinea - Tutto dipende se la Russia vuole un cessate il fuoco e il silenzio, o se vuole continuare a uccidere persone». Pur precisando che «nessuno di noi si fida» di Mosca. L'offerta arriva in un momento difficile sul campo di battaglia per il suo Paese, che sta perdendo terreno nell'est e nel sud, dove i funzionari hanno detto che ieri sono state uccise otto persone.

Dopo l'incontro fiume di Gedda, comunque, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha affermato che gli Usa avrebbero avuto «contatti con i russi», dai quali sperano di avere una risposta positiva, e li «sollecitano fermamente a porre fine a tutte le ostilità». «Non esiste una soluzione militare al conflitto», ribadisce il titolare di Foggy Bottom, riaffermando pure che gli europei «dovranno essere coinvolti» nel processo diplomatico.

Secondo l'agenzia Bloomberg, alla fine Putin accetterà probabilmente la tregua, ma potrebbe cercare di ritardare l'accordo per assicurarsi condizioni più favorevoli. Il Cremlino, spiega, ritiene inaccettabili quelle concordate a Gedda e potrebbe chiedere la sospensione delle forniture di armi all'Ucraina come condizione per il cessate il fuoco. Intanto, la direttrice dell'intelligence Usa, Tulsi Gabbard, conferma la ripresa dello scambio dei dati con l'Ucraina dopo i colloqui di martedì: «Grazie alla leadership di Trump, siamo un passo significativo più vicini a porre fine alla sanguinosa guerra. Per ordine del presidente, la pausa sulla condivisione di intelligence con Kiev è terminata». Secondo Politico, sarebbe in bilico il ruolo dell'inviato speciale per il conflitto, Keith Kellogg, che stando a fonti dell'amministrazione sarebbe stato «messo da parte» dal leader Usa. In effetti, il generale in pensione non era in Arabia Saudita con Rubio e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz (anche se quest'ultimo ha avuto contatti con la controparte russa), mentre c'era l'inviato per il Medioriente Steve Witkoff, ora «al centro dell'attenzione nei colloqui con ucraini e russi».

Anche se ufficialmente il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, James Hewitt, afferma che «il presidente ha utilizzato i talenti di diversi alti funzionari dell'amministrazione per aiutare a portare la guerra a una risoluzione pacifica, e il generale Kellogg rimane parte preziosa del team, specialmente per i colloqui con gli alleati europei».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica