Il ministro Giovanni Tria mette in guardia il governo e lancia un messaggio sui rischi che corre la nostra economia senza il paracadute del Quatitative Easing della Bce: £ "L'intervento della Bce non era un supporto al debito italiano, ma alle dinamiche di trasmissione monetaria dell'area euro. L'acquisto di titoli ha riguardato in modo proporzionale tutti i Paesi, e quando cesserà subiremo un contraccolpo come gli altri, con la differenza che da noi la crescita è meno forte", ha affermato in un'intervista a Repubblica.
Poi parla delle turbolenze sullo spread di queste ultime settimane: "Gli speculatori guadagnano quando ci sono delle oscillazioni, e in questo momento i nostri titoli di Stato offrono un rendimento più alto. Ma l'Istat ha appena rivisto la crescita tendenziale al rialzo e i tassi italiani sono comunque a livelli storicamente bassi. Dopo la pubblicazione dei numeri di bilancio, chi ha acquistato titoli in questi giorni, con i rendimenti più alti, avrà fatto un affare". Infine sulla tenuta dei conti prova nuovamente a rassicurare Bruxelles: "L'Italia non è fragile, non è il malato d'Europa. Il governo ha ribadito più volte che le riforme verranno portate avanti nell'ambito dell'equilibrio dei conti pubblici e a fine mese, quando questo impegno diventerà un fatto con la Nota di aggiornamento del Def, lo spread si sgonfierà". Ma il ministro dell'Economia dovrà fare i conti ( e anche presto) con le anime ribelli del governo che di fatto chiederanno al Tesoro uno scatto in avanti su misure come reddito di cittadinanza o flat tax.
Dalla Lega, con il presidente della Commissione Bilancio, Borghi, è arrivato un avvertimento chiaro: "Rispettare gli impegni? Decideremo tutto nel vertice della Lega la prossima settimana". Parole che suonano come una sfida a via XX Settembre...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.