Gli abitanti del complesso residenziale Scarlet Sails, nel nord-ovest di Mosca, hanno smarrito la quiete da quartiere luxury alle 9.50, per via di una violenta esplosione avvertita anche in altre zone della capitale. Nell'attentato al tritolo ha perso la vita Armen Sargsyan, uno dei pezzi da novanta della costellazione dei mercenari vicina a Putin. Era il fondatore della milizia ArBat (Armyanskij Batalyon), che di fatto aveva preso il posto sui campi di battaglia ucraini dell'ex Wagner di un altro defunto eccellente, Evgenij Prigozin. Mosca punta il dito contro i servizi segreti militari di Kiev, mentre l'establishment ucraino parla dell'ennesimo nemico dello zar di Mosca liquidato senza troppi complimenti. La dinamica dell'attentato è simile a quella dello scorso 17 dicembre, quando a saltare in aria fu il generale Igor Kirillov. In entrambi i casi il tritolo venne posizionato sull'uscio di casa e fatto detonare a distanza. Gli ArBat continueranno a combattere nel Kursk, ma è possibile che la milizia verrà smembrata. Non è un caso che ieri sera Kadyrov abbia inviato da Grozny alcuni battaglioni a supporto.
Sul campo le truppe russe sono avanzate per 430 kmq in territorio ucraino a gennaio e si stanno dirigendo verso l'hub logistico di Pokrovsk e Kupyansk. Si tratta di un leggero rallentamento rispetto ai mesi precedenti, dopo una progressione record di 725 kmq a novembre, quasi tutta nel Donetsk. A causa del deterioramento della situazione al fronte, i mercenari colombiani pro-Ucraina hanno iniziato ad abbandonare i ranghi. Kiev risponde aggredendo il territorio della Federazione: ieri i droni delle forze speciali hanno colpito per la seconda volta in tre giorni la raffineria di petrolio di Volgograd e l'impianto di lavorazione del gas di Astrakhan. Velivoli senza pilota anche su Rostov. Durante gli scontri aerei ha perso la vita Ivan Bolotov, 24 anni, considerato un asso dell'aviazione di Kiev. La Polonia ha ricevuto 100 milioni di euro dall'Unione Europea per rafforzare le frontiere con Russia e Bielorussia.
È stata altrettanto articolata la guerra verbale. Ha cominciato il segretario della Nato Rutte che si aspetta «un continuo sostegno militare a Kiev». Il premier inglese Starmer concorda e ricorda che «l'impegno inglese per la Nato è più forte che mai». E l'Alta rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri Kallas aggiunge: «Dobbiamo tutti essere più forti nei confronti della Russia». Per il portavoce del Cremlino Peskov non servirà a nulla perché «gli ucraini sono in evidente difficoltà su tutti i fronti». Peskov chiede anche nuove elezioni in Ucraina, non riconoscendo la leadership di Zelensky, «con lui nessun accordo». E su un eventuale tavolo negoziale, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono considerati dalla Russia come possibili sedi per un vertice tra Putin e Trump.
Il rappresentante speciale del tycoon, Keith Kellogg, visiterà l'Ucraina dopo l'11 febbraio. Intanto la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina ha lanciato un allarme per «il forte aumento delle esecuzioni di soldati catturati dai russi». Da agosto sarebbero state 79.
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