Una volta c'era il Watergate con la gola profonda di livello, un vicedirettore dell'Fbi, che ha fatto cadere il presidente, Richard Nixon. Adesso il fantastico mondo a stelle e strisce si agita per una talpa di 21 anni della Guardia nazionale, Jack Teixeira.
E la chat di appassionati di videogiochi dove avrebbe fatto trapelare segreti sulla guerra in Ucraina da far tremare i polsi. Una specie di Harry Potter dell'intelligence, che non può stare in piedi come storia reale. Piuttosto potrebbe essere un cavallo di Troia di una vera operazione di intelligence con risvolti da Psyop, operazioni psicologiche. Un'ennesima arma, raffinata, anche se non sembra, della guerra ibrida che si combatte fin da prima dell'invasione dell'Ucraina. E in questo campo i russi sono maestri, ma non esistono pistola fumanti. Solo il fatto che questa storia «è imbarazzante», come ha detto ieri l'ex presidente Trump.
«L'unica certezza sui documenti classificati è che non si possono consultare se sei un ragazzino ventenne, seppure bravo a smanettare con i computer, ma alle prime armi semplicemente per l'età. Ci vogliono anni per avere accesso a documenti coperti da segreto» spiega un generale dei nostri servizi, che ha passato la vita sul campo. «E poi posso assicurare che non puoi fotografare o fotocopiare materiale segreto - aggiunge - Le regole, a cominciare dai nostri alleati, sono rigidissime. Escludo a priori che abbia potuto avere realmente accesso in una zona riservata di una struttura di intelligence» per di più facendo parte solo della Guardia nazionale. Gli americani ci hanno abituato negli ultimi anni a colpi di scena come Chelsea Manning, il militare diventato donna che passò a Wikileaks 750mila file più o meno riservati sull'intervento americano in Irak e Afghanistan. Per non parlare di Edward Snowden, subcontractor della National security agency che ha fatto trapelare una valanga di informazioni riservate e alla fine ha trovato rifugio in Russia. Adesso con l'Harry Potter dei segreti, l'intelligence americana avrebbe superato se stessa nelle storie romanzate di incredibili falle. «Per questo sul primo momento pensavo alla classica fake news, ma forse c'è dietro qualcosa di più raffinato e sottile» spiega l'ex alto ufficiale dei nostri servizi. Il ventunenne potrebbe essere solo un cavallo di Troia, una casella della posta utilizzato da chi ha in mano segreti americani veri o in parte manipolati da lanciare in un'operazione psicologica di influenza ibrida in Occidente. La rivelazione sui missili della difesa aera ucraina che finiranno a maggio o i numeri e nazionalità degli uomini dei corpi speciali della Nato sul terreno hanno un peso nella guerra dell'informazione e disinformazione. Il segretario della Difesa americano, Lloyd Austin, non ha detto che è una gigantesca bufala, ma al contrario annunciava un'imponente caccia alla talpa. I numeri ridotti delle perdite russe potrebbero essere frutto di manipolazione o sottovalutazione e per il Cremlino è facile smentire il rifornimento segreto di missili dall'Egitto, che però rende il tutto più credibile.
La teoria del cavallo di Troia è corroborata dai dettagli come le date in alto a destra che porterebbero addirittura alle fotocopiatrici o dalle foto del materiale riservato che riprendono anche una bottiglietta di colla «Gorilla» per portare all'Harry Potter dei segreti. Se l'operazione fosse russa, gli agenti, forse negli Stati Uniti, avrebbero abilmente imbeccato il ragazzino facendogli veicolare documenti veri, o in parte manipolati, ottenuti dal massiccio apparato spionistico di Mosca. L'obiettivo è alimentare l'immaginario collettivo in Occidente con un nuovo Manning o Snowden.
«Questa fuga di notizie può provocare danni enormi anche con gli alleati - osserva il generale - e dimostra ancora una volta che l'humint, l'intelligence sul campo di agenti manipolatori o del ragazzino spia è sempre fondamentale».
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