
«Non mi sono mai venduto delle partite», giura Sandro Tonali, oggi centrocampista del Newcastle, per tre anni al Milan. Ammette di avere puntato anche su partite in cui lui stesso era in campo con la casacca rossonera. Ma «scommettevo sul Milan con esito vincente a favore del Milan», assicura. Tonali sa bene di avere commesso un reato, sa di avere approfittato del suo ruolo, «in teoria per noi giocatori professionisti è più facile azzeccare il risultato in caso di scommesse di calcio». Assicura di non essersi arricchito, anzi di averci rimesso. Ma «non mi sono mai trovato in difficoltà a pagare i debiti derivanti dalle scommesse, considerati i miei ingaggi».
Su come tutto sia iniziato, la sua spiegazione è disarmante: «Ho cominciato a giocare perché la mia giornata non era impegnata molte ore». Ha iniziato nella prima squadra del Brescia, dove era approdato ancora minorenne: «chi mi ha iniziato è stato Pietro Marinoni, che è del mio paese e all'epoca faceva l'arbitro». Nel ritiro dell'under 21 a Tirrenia scopre di condividere la passione con Fagioli, «Ho saputo che già giocava online su casinò, gli ho dato le credenziali per poter giocare sul sito illegale worldgame365 (...) ad un certo punto ho deciso di staccarmi da Fagioli perché aveva incominciato ad esagerare, ho saputo che aveva un debito di 300mila euro».
É sempre Tonali a spiegare perché dai siti legali lui e altri colleghi passano al gioco clandestino: «il vantaggio di questi siti illegali era l'anonimato, il fatto che non vi fossero limiti e che concedessero del credito». Ma l'anonimato valeva solo all'esterno, nel «giro» a sapere erano in molti: «so che anche Florenzi, giocatore del Milan, giocava sicuramente al casinò online nella mia stessa piattaforma (...) Florenzi mi ha chiesto le modalità per effettuare i bonifici e gli ho dato quelle di cui ho parlato, come la gioielleria». Conferma Florenzi: «É sempre tramite Tonali che avvenivano queste operazioni di pagamento che mi mandava la fattura sul telefonino. Se invece erano pagamenti in contanti venivano versati nelle mani di Tonali. Complessivamente ho effettuato bonifici a favore delle gioielleria per una somma di 140/150mila euro».
Racconta Nicolò Zaniolo, mezzapunta della Fiorentina: «Ammetto di avere effettuato delle scommesse su delle piattaforme illegali, ho sbagliato, sono stato ignorante». «Tutto è cominciato - racconta - perché volevo giocare a poker e a black jack ed essendo in Nazionale con Fagioli ho chiesto a lui dove potevo giocare». Fagioli non si fa pregare, e Zaniolo si scatena. «Ho giocato nell'arco di un anno per tre o quattro volte al mese. Avevo tanto tempo durante i ritiri e ammetto che giocare mi piaceva». Ed è Zaniolo a raccontare che per riscuotere i debiti gli uomini del racket violavano persino il ritiro della Nazionale: «Ci dovevamo mettere d'accordo per dare dei soldi ad un amico di Tommy.
L'amico di Tommy doveva venire a Coverciano, dovevo dare a lui la somma di 7/8mila euro». E Tommy difendeva con i denti lo spazio conquistato: «Prova a giocare un centesimo sul sito che sta proponendo Perin e non ti rivolgo più la parola», ammonisce un giorno Fagioli.LF
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