Trump: "Così distruggono gli Usa". E in un giorno raccoglie 35 milioni

Il leader Gop: "Stato fascista, processo iniquo orchestrato da Biden". Boom di piccole donazioni dopo la sentenza. Sui social la rabbia dei suoi sostenitori: "Impiccateli tutti"

Trump: "Così distruggono gli Usa". E in un giorno raccoglie 35 milioni
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Donald Trump gioca in attacco dopo la condanna nel processo per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels a New York. L'ex presidente americano concentra la sua strategia elettorale sulla denuncia di un sistema «corrotto», dipingendosi come un «martire» e un «prigioniero politico», e usa il caso per rafforzare l'appoggio dei sostenitori. Il fatto che, in meno di ventiquattr'ore dal verdetto, abbia raccolto la cifra record di 34,8 milioni di dollari è un segno che i suoi finanziatori non si lasciano intimidire e scoraggiare.

D'altronde anche il partito repubblicano fa quadrato intorno al tycoon, con lo speaker della Camera Mike Johnson che parla di «un giorno vergognoso nella storia Usa». «I democratici esultano per la condanna del leader del partito avversario con accuse ridicole, basate sulla testimonianza di un criminale radiato dall'albo e condannato», continua, accusando Joe Biden di «aver strumentalizzato la giustizia» e affermando che «la Corte Suprema dovrebbe intervenire». The Donald, da parte sua, arringa i fan dalla Trump Tower sulla Fifth Avenue, promettendo battaglia contro un «processo iniquo, orchestrato da Biden»: «Se fanno questo a me, lo possono fare a tutti. Questo è più importante di me e della mia presidenza, sto lottando per la nostra Costituzione. A nessun presidente dovrebbe capitare quella che sta capitando a me. Vogliono distruggere il nostro Paese». «Viviamo in uno Stato fascista», prosegue, anticipando che farà appello contro il verdetto: «Avrei voluto testimoniare, volevo farlo, ma era rischioso. Se dici qualcosa di leggermente sbagliato, ti denunciano per falso».

In difesa di Trump sono intervenuti i figli adulti, inclusa Ivanka, grande assente di questa campagna elettorale, che ha rotto il silenzio postando una sua foto da bambina in braccio al padre con la scritta «Ti voglio bene, papà» e un cuore. Mentre per Eric, che era con lui in aula, la giornata di giovedì potrebbe essere ricordata come quella in cui Trump ha vinto le elezioni. L'esercito Maga, invece, è pronto a mettere a ferro e fuoco gli Stati Uniti per vendicare il suo leader. In uno scenario inquietante, i siti pro-Trump sono inondati da minacce di violenza senza precedenti, con alcuni sostenitori che invocano attacchi ai giurati, altri «l'esecuzione» del giudice e l'uccisione di tutti i liberal negli Usa, in un clima di altissima tensione che ricorda le settimane successive alle elezioni del 2020, sfociate poi nell'insurrezione a Capitol Hill. «Un milione di uomini armati deve andare a Washington e impiccare tutti. Questa è l'unica soluzione», minaccia un seguace dell'ex presidente sul sito Patriots.win. E un altro incalza: «Trump dovrebbe sapere che ha un esercito disposto a combattere e morire per lui se solo lo chiedesse». In altri attacchi su Gateway Pundit c'è chi si augura che il giudice Juan Merchan si imbatta a New York «in immigrati illegali armati di machete». «Tutto questo non si può risolvere col voto», insiste qualcun altro.

Da Mosca, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov afferma che le accuse contro il tycoon sono un complotto: «È chiaro che i rivali politici là sono rimossi attraverso mezzi legali e illegali». Trump è «un uomo d'onore. Lasciamo che il popolo si pronunci a novembre. Continui a combattere, signor presidente», scrive invece su X il premier ungherese Viktor Orban. E per il ministro per le infrastrutture e i trasporti Matteo Salvini, «negli Stati Uniti provano a fermare Trump usando le aule dei tribunali come una clava, come hanno fatto contro Berlusconi per 30 anni.

Ma poi scelgono liberamente i cittadini in Italia come negli Usa». Nel frattempo, Elon Musk annuncia che ospiterà The Donald su X in un evento live sulla piattaforma in collaborazione con NewsNation prima delle elezioni.

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