«Una decisione sprezzante e scandalosa, anzi vergognosa, che non ha precedenti, ma non ho nessun dubbio che vinceremo di fronte alla Corte suprema. Abbiamo però altre opzioni da giocare». Donald Trump non cambia né si scompone, ma ha continuato ieri ad attaccare frontalmente i tre giudici federali che hanno bocciato il suo «Muslim ban». «È stata una sentenza politica, non c'è dubbio», ha insistito il presidente che attacca da sempre a testa bassa tutti quei giudici d'ispirazione liberal che gli scrivono sentenze poco gradite.
Ma questa bocciatura sonora dei giudici federali (tre su tre e uno dei tre togati è un conservatore nominato da George W. Bush), mette in discussione l'intera strategia dell'amministrazione Trump, che ha una visione di voler imporre «tutto e tutti» con un uso muscolare del potere esecutivo fatto a colpi di decreti presidenziali. Ogni suo decreto esecutivo rischia di essere bocciato per incostituzionalità da tanti giudici federali liberal della California, di New York o di Boston, pronti a impallinarlo alla prima occasione. Il bando agli ingressi da sette Stati musulmani (e non contro i musulmani, come si scrive erroneamente negli Usa e in Italia), ripreso pedissequamente da un decreto presidenziale di Obama, il quale si è ben guardato di implementarlo, è stato redatto in tutta fretta da due avvocati amici di Trump, ispirati e suggeriti dall'ex sindaco Rudy Giuliani.
L'errore madornale, quasi amatoriale, del neo presidente è stato quello di non aver chiamato né chiesto l'aiuto fondamentale nel redarre la legge di validi costituzionalisti di chiara fama. Come appunto il giudice federale Neil Gorsuch, laureato a Harvard e alla Columbia University, scelto dal presidente Trump per la poltrona vuota della Corte suprema, lasciata libera con la morte dell'ultraconservatore Antonin Scalia.
Trump e i suoi più stretti consiglieri sono perfettamente consci che appellarsi alla Corte suprema per invalidare la bocciatura dei tre giudici federali della West Coast è assai rischioso e non ha nessuna possibilità di successo. La Corte suprema è ora divisa a metà: 4 giudici liberal e 4 conservatori. Per ribaltare la sentenza dei tre giudici federali non basta un pareggio, occorre un 5 a 3. Impensabile. Anzi, con un 4 a 4 la bocciature dei tre giudici federali diventerebbe permanente e immodificabile. Per sempre. Ecco perché il presidente Trump ha già incaricato di riscrivere un nuovo ban contro i sette Stati musulmani, e pensa di coinvolgere il Congresso a larga maggioranza repubblicana per blindare la legge. Anche se ieri il capo dello staff della Casa Bianca, Reince Priebus, non ha di nuovo escluso al ricorso alla Corte, alimentando dubbi e confusione.
E sarebbero quasi un migliaio, soltanto in questa settimana, gli immigrati clandestini con precedenti penali arrestati dagli agenti federali dell'Immigration-Customs Enforcement con una serie di raid ad Atlanta, Chicago, New York, Los Angeles, negli Stati del Nord e Sud Carolina ed Alabama, che ora rischiano seriamente di essere deportati a causa
del decreto presidenziale firmato da Trump il 26 gennaio scorso. La Casa Bianca avrebbe anche incaricato circa un centinaio di ingegneri, architetti e tecnici di lavorare a tempo pieno nel progettare il muro con il Messico.
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