New York - «La sicurezza è un diritto civile degli americani e ci batteremo con tutte la nostre forza per far diventare l'America di nuovo sicura contro i nostri nemici giurati: i terroristici islamici». Trump non arretra di un millimetro, è combattivo e velenoso come non mai, contro i giudici liberal e i giornalisti che lo considerano ormai il nemico uno da abbattere, a tutti i costi. Nel comizio elettorale di ieri nel Sud della Florida, a Melbourne, di fronte a 10mila sostenitori repubblicani in delirio, che lo hanno incitato con cori da stadio per ben due ore, il presidente-tycoon ha attaccato a viso aperto e con tutta la sua foga di grande comunicatore quei giudici federali che hanno bloccato il bando contro i sette Stati musulmani e ha definito ancora una volta i media americani «una banda di disonesti» e di «creatori di notizie false». Nel comizio di Melbourne, Trump è tornato più volte sul nuovo decreto esecutivo presidenziale che rinnova il Muslim ban e che il suo staff sta riscrivendo e limando. Trump si è scagliato con furia contro la Corte federale della West Coast che, come è noto, ha dichiarato incostituzionale il suo controverso decreto. «Non ci arrenderemo all'illegittima decisione presa da certi giudici: a giorni sarà pronta una nuova legge e io sono qui a Melbourne per anticiparvelo» ha rimarcato Trump tra gli applausi dei 10 mila sostenitori. «Ma voglio dirvi di più, questa volta mi spingo oltre: voglio anche costruire delle safe zone in Siria, delle zone sicure che possano ospitare la popolazione siriana fino a che la situazione delle loro città e province non saranno risolte». E a pagare queste zone sicure saranno i Paesi del Golfo «ai quali i soldi non certo mancano» ha poi aggiunto il presidente Trump prendendo tutti in contropiede, un'idea ricalca quella di far pagare al Maessico il muro lungo la frontiera (attraverso una tassa doganale ai prodotti che entrano negli Usa).
L'idea di far pagare le safe zone ai ricchi Paesi del Golfo ha mandando in visibilio i suoi fan, che lo hanno interrotto più volte con applausi lunghi diversi minuti. In Florida tra l'altro Trump ottenne alle elezioni una vittoria schiacciante contro Hillary (più di 100mila voti di vantaggio), nonostante buona parte del partito repubblicano non l'avesse sostenuto per niente. Il nuovo Muslim ban allo studio sarà più dettagliato e articolato per evitare nuovi intoppi e altri problemi giudiziari. Riguarderà sempre gli stessi sette Stati, ma non ci saranno blocchi per chi è già in viaggio verso gli Usa e per coloro che possiedono già la «carta verde». Vale a dire il permesso per vivere e lavorare negli Usa che, dopo cinque anni, dà la possibilità di richiedere la cittadinanza americana sempre che la fedina penale risulti immacolata. Intanto, Trump ha trascorso con la sua Melania il terzo weekend consecutivo nel suo resort super lusso di Mar-a-Lago, in Florida, dove la tassa annuale per i soci è raddoppiata a 200mila dollari. Ma c'è una lista di attesa lunghissima fatta di vip e miliardari che smaniano di diventare soci e guadagnarsi così un biglietto di prima fila per vedere il presidente in azione, sui campi da golf o a cena con i grandi della Terra.
A Mar-a-Lago, Trump ha anche sentito cinque nuovi candidati al ruolo di consigliere alla sicurezza nazionale, dopo le dimissioni del generale Flynn «troppo filo russo». Il favorito sembra John Bolton, ex ambasciatore all'Onu di George W. Bush, un super falco che non ama la Nato ed è anche molto critico nei confronti dei burocrati dell'Onu.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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