New York. Elon Musk torna al centro delle critiche per una ennesima mossa controversa, che questa volta prende di mira diversi giornalisti delle più prestigiose testate americane, dal New York Times alla Cnn, accusati di aver postato informazioni che hanno messo in pericolo lui e la sua famiglia. Dopo aver cancellato l'account di uno studente della Florida che tracciava il suo jet, il miliardario proprietario del social ha deciso di sospendere i profili di alcuni reporter che nelle ultime settimane avevano diffuso notizie non positive su di lui, scatenando l'indignazione di Onu e Ue.
Ad essere colpiti dalla censura sono Ryan Mac del New York Times, Donie O'Sullivan della Cnn, Drew Harwell del Washington Post, Matt Binder di Mashable, Micah Lee di Intercept, oltre ai free lance Aaron Rupar, Keith Olbermann e Tony Webster. Stessa sorte è toccata al profilo di Mastodon, piattaforma nota come alternativa al sito di microblogging. Lo stesso Musk ha spiegato come i giornalisti avrebbero violato la nuova policy della piattaforma che impone di non condividere le informazioni sulla posizione delle persone. «Criticarmi tutto il giorno va benissimo, ma segnalare la mia posizione in tempo reale e mettere in pericolo la mia famiglia no», ha attaccato. Gli account sospesi (Musk dice per sette giorni, ma molti dei giornalisti censurati hanno ricevuto una comunicazione che la cancellazione è permanente) sembra che avessero twittato sullo stop al profilo di Jack Sweeney, studente 20enne appassionato di monitoraggio dei voli che aveva usato il social per pubblicare aggiornamenti sulla posizione del jet privato di Musk. Il mese scorso il patron di Tesla aveva detto che «il mio impegno per la libertà di parola si estende a non bandire l'account che segue il mio aereo, anche se questo è un rischio diretto per la sicurezza personale», ma questa settimana ha cambiato idea. Dopo aver spiegato che l'auto su cui viaggiava uno dei suoi figli è stata avvicinata da un «pazzo stalker» ha istituito una policy secondo cui qualsiasi account che pubblica «informazioni sulla posizione in tempo reale di chiunque sarà sospeso».
La mossa del miliardario ha scatenato numerose critiche, a partire dal Palazzo di Vetro dell'Onu, dove il portavoce Stephane Dujarric ha spiegato che la sospensione arbitraria degli account di alcuni reporter è un «precedente pericoloso in un momento in cui i giornalisti di tutto il mondo devono affrontare censura, minacce fisiche e anche peggio». «Le voci dei media - ha aggiunto - non dovrebbero essere messe a tacere su una piattaforma che professa di dare spazio alla libertà di parola». Da Bruxelles, invece, la vicepresidente della Commissione europea Vera Jourova ha descritto questa decisione come «preoccupante» e ricordando che ci sono «linee rosse» da non oltrepassare ha minacciato Musk in un tweet «di sanzioni, presto». Mentre il ministero degli Esteri tedesco ha ribadito sullo stesso social che «la libertà di stampa non può essere attivata e disattivata a piacimento». «I giornalisti qua sotto non possono più seguire, commentare e criticare neanche noi. C'è un problema su questo, Twitter», ha proseguito, pubblicando gli screenshot di otto profili recentemente sospesi dopo aver criticato il nuovo proprietario.
E in conferenza stampa a Berlino, la portavoce del governo Christiane Hoffmann ha confermato che l'esecutivo osserva la situazione di Twitter con una certa «crescente preoccupazione, inclusi gli ultimi sviluppi riguardanti i giornalisti americani».
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