Ucciso da un autobus sulle strisce

L'autista Atm aveva la visuale ostruita da un'auto in panne. La vittima è un 48enne

Ucciso da un autobus sulle strisce
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Quando si dice un destino crudele. Perché quel che è accaduto ieri mattina a Fabio Buffo, - il 48enne milanese investito da un mezzo pubblico mentre, con il suo bull terrier al guinzaglio, attraversava la strada sulle strisce pedonali a due passi da casa - avrebbe potuto accadere davvero a chiunque. L'autista dell'autobus della linea 175 che l'ha travolto - erano le 9.30 all'angolo tra viale Forlanini e via Bellosio, periferia ovest della città, poco lontano dall'aeroporto di Linate - non l'ha visto e non l'ha potuto evitare perché aveva la visuale ostruita da una utilitaria nera ferma proprio lì, sulle strisce pedonali all'angolo tra le due strade, con il proprietario intento a cambiare una gomma bucata. Ed è stato proprio per evitare questa macchina che l'autista, mentre svoltava da viale Forlanini nella via Bellosio, trovandosi sulla sinistra macchine parcheggiate in divieto di sosta e sulla destra la vettura senza ruota quindi pochissimo spazio per fare manovra, ha allargato la traiettoria: in quell'istante Buffo e il suo cane erano proprio lì, in mezzo alle strisce e l'impatto è stato praticamente inevitabile. Il 48enne è morto sul colpo. Per lui infatti, all'arrivo dei soccorsi, non c'era già più nulla da fare; il conducente dell'autobus, un 50enne, è sceso in strada e ha cominciato a gridare disperato, lo hanno portato sotto choc al Policlinico.

La gente del quartiere ha invaso la carreggiata, correndo fuori dai bar e dai palazzi, con i figli per mano, i cani al guinzaglio, i pacchetti del pane e delle brioche da portare a casa. Lo hanno capito subito che al posto di Buffo avrebbe potuto esserci chiunque di loro e non hanno nascosto il loro dispiacere, alcuni anche l'ira. «Non si può morire così, in un giorno, la domenica, in cui il traffico è inferiore ai giorni feriali. E comunque poteva capitare a me che sono vecchia e non ho più nessuno, non a quel poveretto che ha una famiglia», borbottava una vecchia signora che anche a mezzogiorno non si era ancora mossa dal marciapiede e guardava immobile la polizia locale intenta a fare i rilievi dell'incidente.

Buffo, che era nato e cresciuto nel quartiere, lavorava nel settore commerciale di un'azienda. Viveva con la sua famiglia - la moglie e due figli di 16 e 20 anni - in via Barigozzi, poco lontano dal luogo dell'incidente. Ieri mattina, dopo aver portato il cane ai giardini dove tutti i proprietari di cani lo conoscevano e che ieri lo hanno descritto come «cortese e a modo», era andato a trovare l'anziana madre che abita in una laterale di viale Forlanini. La moglie, che al momento dell'incidente stava rientrando a casa con i due figli, è stata avvisata che il marito era rimasto vittima di un incidente, ma nessuno nell'immediato ha trovato il coraggio di dirle che Fabio era già morto, lo ha saputo solo in un secondo tempo e, chiaramente, tra mille precauzioni.

Sono ventisei i morti per incidenti stradali a Milano città dal primo gennaio a ieri: cinque sono ciclisti, 11 pedoni, uno a bordo di un monopattino, tre motociclisti e sei automobilisti. Il conto dei pedoni morti tra gennaio e ottobre 2023 in tutta Italia ha superato le 300 vittime.

Gli ultimi dati certificati sono quelli dell'Istat. In totale dal 2001 (l'anno del record, in cui persero la vita sulle strade del capoluogo lombardo 93 persone) sono morte in città oltre 1.

260 persone. Nel 2021 - dati aggiornati al dicembre dello scorso anno - il totale degli incidenti registrati a Milano è di 11.385, 87 le vittime, 14.390 i feriti. In vent'anni, i decessi per incidenti stradali hanno segnato -38,3%.

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