Sul protocollo irlandese l'Europa tende un ramoscello d'ulivo al Regno Unito, ma si prepara al grande rifiuto del governo Johnson. Marks Sefcovic, vice presidente della commissione europea per la Brexit ha illustrato ieri le proposte di Bruxelles tese a metter fine al velenoso rapporto creatosi tra le due parti sul nodo del protocollo irlandese. Consapevole ormai che la situazione è degenerata al punto da mettere in crisi intere catene produttive nel Regno Unito e impedire ogni genere di nuovo accordo commerciale tra Londra e gli altri governi europei, Bruxelles ieri ha proposto «un nuovo modello» per gli alimentari e i medicinali che va dalla rimozione dei controlli sull'80% dei prodotti venduti nei supermercati all'autorizzazione per camion che trasportano un carico misto di fornire un unico certificato sanitario per ogni viaggio, anziché uno per ogni tipo di prodotto. Anche i documenti da presentare dovrebbero essere dimezzati se definiti «non a rischio» per l'ingresso nel mercato unico europeo attraverso il confine irlandese. In cambio di questi allentamenti, il Regno Unito dovrebbe garantire che i posti di controllo all'uscita dal Paese siano operativi e le autorità europee abbiano accesso in tempo reale alle informazioni fornite durante la procedura.
Per l'Europa si tratta di concessioni importanti anche se ci sono poche speranze che a Westminster una simile proposta passi. Sebbene lo stesso Sefcovic abbia sottolineato che non si tratta di offerte «da prendere o lasciare», tutti sanno che le richieste britanniche erano ben più corpose. David Frost, il ministro per la Brexit insiste infatti affinché ripartano le trattative per siglare un protocollo irlandese completamente nuovo che non preveda alcun ruolo di arbitrato per la Corte di Giustizia europea nell'ambito delle leggi europee applicate nell'Ulster.
Le consultazioni tra le due parti saranno rese ancora più difficili dalle ultime dichiarazioni di Dominic Cummings, «Johnson non ha mai capito che cosa veramente significava l'accordo sulla Brexit fino all'undicesima ora di trattativa del novembre 2020» e che comunque «il governo inglese aveva sempre avuto l'intenzione di gettare a mare il protocollo irlandese». Un colpo basso, quello dell'ideatore della campagna per la Brexit, che ha immediatamente suscitato la reazione negativa del Premier irlandese Varadkar. «Spero parli per lui e non per il governo britannico».
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