
Usa e Russia riprendono i colloqui a Riad con l'obiettivo di trovare spiragli di convergenza per una roadmap verso il cessate il fuoco in Ucraina. All'indomani dell'incontro tra le delegazioni di Washington e Kiev, è Mosca a dialogare con il team di Donald Trump guidato dall'inviato speciale Steve Witkoff: la scorsa settimana le parti in guerra hanno concordato di sospendere temporaneamente gli attacchi alle infrastrutture energetiche, ma come e quando si potrà attuare questa tregua parziale si deve ancora capire, visto che i raid persistono.
«Stiamo parlando delle linee di demarcazione (territoriale), di chi avrà la proprietà della centrale nucleare» di Zaporizhzhia, afferma il tycoon parlando alla Casa Bianca, e precisando di attendersi che venga firmato «presto» l'agognato accordo sulle terre rare. Al centro delle trattative in Arabia Saudita, tuttavia, c'è soprattutto una possibile intesa per garantire una navigazione sicura delle rotte commerciali nel Mar Nero: l'opzione più concreta sul tavolo è una possibile ripresa dell'accordo sul grano, primo grande risultato diplomatico del conflitto, che prima di naufragare a luglio 2023 aveva consentito in un anno la spedizione di milioni di tonnellate di grano e altri prodotti alimentari dai porti ucraini. «All'ordine del giorno c'è la questione dell'iniziativa del Mar Nero e tutti gli argomenti correlati - ha confermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov - è stata una proposta del presidente Trump, e il presidente Vladimir Putin l'ha accettato. È con questo mandato che la nostra delegazione si è recata a Riad». Mentre precisa che non è prevista la firma di alcun documento. Grigory Karasin, presidente della commissione Esteri del Senato russo e membro del team a Riad ha definito «interessanti e creativi» i colloqui con gli Usa, precisando che «non tutte le negoziazioni finiscono necessariamente con documenti e accordi su larga scala. È importante mantenere sempre i contatti e comprendere il punto di vista l'uno dell'altro. Questo ci riesce».
Fonti vicine a Trump hanno affermato che il presidente è disposto ad aspettare l'accordo giusto, ma starebbe crescendo la frustrazione per i continui attacchi con missili e droni nonostante la tregua parziale sui siti energetici. Secondo il New York Times, per Putin i colloqui con The Donald sono un mezzo per raggiungere obiettivi molto più ampi, e su Kiev non ha mostrato alcun segno di fare marcia indietro rispetto ai suoi obiettivi, ossia la garanzia che non entrerà mai nella Nato, un arretramento dell'alleanza occidentale nell'Europa centrale e orientale, limiti all'esercito e un certo livello di influenza sulla politica interna del Paese.
Anche la delegazione ucraina è ancora a Riad, e vedrà nuovamente il team Usa. Volodymyr Zelensky ha ribadito che «la diplomazia sarà forte solo con posizioni forti in prima linea. Ogni giorno di questa guerra è dedicato alla protezione della nostra indipendenza, del nostro Stato e del nostro popolo. Ed è il nostro esercito, tutte le nostre forze di difesa e sicurezza, ogni unità e ogni soldato, a fornire questa protezione». A suo parere, tuttavia, Mosca «è riuscita a influenzare alcune persone dello staff della Casa Bianca attraverso la disinformazione»: «Hanno convinto gli americani che non vogliamo porre fine alla guerra e che bisogna fare qualcosa per costringerci».
Nel frattempo, mentre in Arabia Saudita si discute, gli attacchi missilistici russi continuano: in particolare un raid nella città nord-orientale di Sumy ha danneggiato una scuola e un ospedale ferendo
almeno 74 persone, tra cui 13 bambini. «Mosca - ha affermato il ministro degli esteri ucraino Andrii Sybiha - parla di pace mentre conduce attacchi brutali su aree residenziali densamente popolate nelle principali città».
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