Gli Usa a Riad solo coi russi. "La pace? Entro Pasqua"

La delegazione americana (senza Kellogg) in Arabia. E Trump assicura: coinvolgeremo Kiev nei negoziati

Gli Usa a Riad solo coi russi. "La pace? Entro Pasqua"
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C'è un filo comune di paura che viaggia parallelo ai vertici che si stanno imbastendo per cercare di arrivare a una pace in Ucraina. Quello che gli Stati Uniti stanno organizzando in Arabia Saudita spaventa Kiev e L'Europa che temono di rimanere esclusi da un tavolo che, evidentemente, non riguarda soltanto il conflitto in sé. Quello di Parigi invece, organizzato come risposta, rischia di essere un contenitore di parole inutili. Perché, piaccia o no, il pallino è in mano a Washington e a Donald Trump in particolare che sta dettando la linea, sparigliando le carte e dalle cui decisioni possono dipendere gli equilibri futuri in Ucraina e a Bruxelles. Tanto che l'amministrazione Usa avrebbe dichiarato a funzionari europei di voler raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina entro Pasqua, il prossimo 20 aprile.

Intanto il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, il segretario di stato Marco Rubio e l'inviato del presidente per il Medio Oriente Steve Witkoff sono la squadra designata da Trump per dare il via ai colloqui di pace con i negoziatori russi e ucraini in Arabia. Il team americano sarebbe già a Riad senza l'inviato speciale di Trump per i colloqui Ucraina-Russia Keith Kellogg e senza rappresentanti europei. Un assenza che pesa non poco, specie dopo l'appello a Trump a non escludere l'Europa dai dialoghi. Ma non è l'unica assenza pesante, anzi. Perché, al momento, non risulta invitato nemmeno un rappresentante dell'Ucraina che limiterebbe i colloqui proprio a Stati Uniti e Russia. «È pericoloso parlare con i nemici prima di parlare con gli alleati. La posizione dell'Ucraina rimane invariata: dobbiamo avere una posizione comune di Ucraina, Stati Uniti ed Europa prima di qualsiasi negoziazione con Putin», ha detto un collaboratore di Zelensky alla Nbc. Donald Trump ha comunque rassicurato sul ruolo attivo dell'Ucraina nei negoziati «sarà coinvolta», ha detto il tyccon, ribadendo che pensa che «Putin voglia finire la guerra presto. E anche Zelensky». Rubio, che ha ribadito il coinvolgimento di Kiev nei negoziati, ha ammesso che «nelle prossime settimane sui capirà se Putin è serio rispetto ai colloqui per la pace in Ucraina», lasciando intendere che tutto è ancora in ballo.

«Abbiamo iniziato a lavorare con il team del presidente Trump e possiamo già vedere che il successo è raggiungibile. In questo momento, il mondo guarda all'America come alla potenza che ha la capacità non solo di fermare la guerra, ma anche di contribuire a garantire l'affidabilità della pace dopo di essa», ha scritto lo steso Zelensky via social. Il leader di Kiev avvisa che «assisteremo ad altri tentativi di Putin di ingannare il mondo e prolungare la guerra. Ma una vera pace è possibile e dobbiamo raggiungerla insieme: Ucraina, Stati Uniti ed Europa. Si tratta della nostra sicurezza comune», ribadendo la fiducia in Trump nonostante tutto anche se ammonisce: «Non accetteremo mai alcuna decisione Stati Uniti-Russia sull'Ucraina». E si vocifera che una delegazione ucraina sia già, ufficiosamente o meno, dalle parti di Riad. Chi festeggia l'assenza di Kiev dal tavolo Usa-Russia è ovviamente il Cremlino che si sente legittimato a gonfiare il petto dopo anni di isolamento diplomatico e non solo. «La telefonata di qualche giorno fa tra il presidente russo Vladimir Putin e l'americano Donald Trump testimonia la volontà di cercare la pace per l'Ucraina» ha detto il portavoce di Putin Dmitri Peskov parlando di «conversazione costruttiva e amichevole». Dubbioso invece il segretario generale della Nato Mark Rutte che esorta gli europei che «devono combattere per essere al tavolo delle trattative e trovare nuove idee per esempio sul flusso di armamenti verso l'Ucraina o sul training dei soldati», ribadendo quella che pare una spaccatura comunque rischiosa.

Non a caso la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock attacca: «Una pace che non è pace perché l'Ucraina non può sostenerla, perché l'Europa non può sostenerla, non è un guadagno per il presidente americano», ha detto. Parole, idee e tavoli che già scricchiolano. A quasi tre anni dall'invasione russa in Ucraina, tutto rimane ancora in bilico.

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