Le parole dell'ex premier Giuliano Amato sulla strage di Ustica continuano a suscitare reazioni. «Se qualcuno sa qualcosa è inutile aprire un dibattito politico a scoppio ritardato. Vada invece dai magistrati», ha fatto presente il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante la sua visita in Cina. E ancora: «non si può fare giustizia in base a un'intervista. Se il presidente Amato ha da dare nuove informazioni sulla vicenda vada dai magistrati e racconti quello che sa. Se qualcuno sa qualcosa è inutile che apra un dibattito politico a scoppio ritardato. Se qualcuno sa parli e i magistrati diranno se il racconto è corrispondente alla verità».
L'ex presidente della Corte Costituzionale ha sostenuto a La Verità di aver «rimesso sul tavolo un'ipotesi già fortemente ritenuta credibile, per sollecitare chi sa a parlare. Nessuna intenzione di creare difficoltà al governo. Perché mai?», ha aggiunto. Specificando di non aver apportato «nulla di nuovo». Un attacco diretto all'ex esponente del craxiano Partito socialista arriva da Nicola Procaccini, copresidente del gruppo dell'Ecr in Ue, ed esponente di Fdi. «Amato ci dice che i casi sono due. O uno dei più autorevoli esponenti della prima e seconda repubblica ha fatto affermazioni avventate che rischiano di creare incidenti diplomatici internazionali, facendo soffrire ulteriormente e inutilmente i familiari delle vittime di Ustica, oppure Repubblica ha inventato uno scoop inesistente, per vendere qualche copia in più e per mettere in difficoltà il governo italiano rispetto al piano nazionale. Entrambi i casi sono gravi e deprecabili», contesta. Anche Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale d'Iv, sembra sbigottita da quello che sembra un ripensamento. «Le dichiarazioni e poi la sostanziale marcia indietro di Giuliano Amato sul caso Ustica lascia davvero stupiti». E ancora: «Se l'ex presidente del Consiglio e della Consulta non 'ha altri elementì per ricostruire l'accaduto, perchè allora ha rilasciato un'intervista per fare delle rivelazioni?», si domanda l'esponente del partito di Renzi.
Sul tema, interviene anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. «Non si possono scrivere le sentenze in base alle idee di un giornalista o di un partito. La politica non deve interferire nell'accertamento giudiziario, ma può rimuovere gli ostacoli all'acquisizione di atti e documenti in caso di documenti secretati», fa sapere l'esponente azzurro.
Poi un altro passaggio: «Rispetto le inchieste giornalistiche, anche quelle di Purgatori che ha fondato la sua carriera su questo, ma alcune sono basate sul nulla. Il regno dei fatti dice un'altra cosa», chiosa Gasparri.
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