Da Vannacci a Decaro e Salis: la sfida dei jolly. I candidati acchiappavoti pronti al rush finale

I partiti puntano su pochi nomi. Il Pd schiera cacicchi e sindaci

Da Vannacci a Decaro e Salis: la sfida dei jolly. I candidati acchiappavoti pronti al rush finale
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I partiti schierano leader e jolly per trainare voti alle Europee. C'è chi insegue la soglia del 4%, lo sbarramento che dà l'accesso a Bruxelles. Chi punta a riconfermarsi come prima forza politica. Chi invece rincorre performance elettorali migliori rispetto alle politiche del 2022. Nella salsa elettorale europea non manca proprio nulla. Fratelli d'Italia, primo partito italiano con il 26% raccolto alle politiche, schiera in campo il capo del governo e del partito Giorgia Meloni. La premier guida le liste Fdi nelle cinque circoscrizioni. Obiettivo? Tre milioni e mezzo di preferenze. La soglia minima, si ragiona nel partito, è quella di superare un milione di voti sul nome Giorgia. Si punta a confermare il dato delle politiche, per evitare scosse alla maggioranza. Per il resto, le liste Fdi non registrano colpi di scena. Tanti dirigenti di partito, sindaci, assessori e parlamentari uscenti. L'altro colpetto meloniano è la candidatura nel Sud di Vittorio Sgarbi. Potrebbe risultare il valore aggiunto nel meridione. Asticella più bassa per la segretaria del Pd, schierata in due circoscrizioni: Isola e Centro. Schlein punta a ottenere mezzo milione di voti. Ma teme una concorrenza interna agguerrita. Nel Sud il sindaco di Bari Antonio Decaro, che ha riunito tutti i cacicchi, da De Luca a Emiliano, passando per il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, sogna le 300 mila preferenze. C'è la variabile Tarquinio. L'ex direttore di Avvenire è candidato nella circoscrizione Centro. Il nome di Tarquinio è attenzionato, per le sue posizioni anti-Nato e anti-abortiste. Il boom di voti al cattolico Tarquinio, appoggiato dalla comunità di Sant'Egidio, aprirebbe una riflessione sulla linea politica estera. Nel Pd gli altri due jolly sono Nicola Zingaretti e Stefano Bonaccini. L'ex governatore del Lazio non ha voluto rivali forti nella sua circoscrizione (Centro) e spera di fare il botto e battere (per numero di preferenze) Bonaccini, candidato nel Nord Est. I due si contendono la guida della pattuglia dem a Bruxelles. Lucia Annunziata, candidata al Sud, potrebbe essere la sorpresa in quota Schlein per fregare Decaro al Sud. Nel Nord ovest si muove, con ambizioni da leader, Giorgio Gori. In Forza Italia scende in campo in tutte le circoscrizioni, come Meloni, il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, ministro degli Esteri. Tajani spera di non scendere sotto il mezzo milione di preferenze. L'altro jolly azzurro è Letizia Moratti che da Bruxelles potrebbe poi staccare un biglietto per il governo Meloni in un futuro rimpasto. Matteo Salvini gioca la carta Vannacci. Il generale è il jolly leghista per andare oltre il 9% raccolto dalla Lega alle scorse elezioni politiche. Nel Carroccio misurano la forza elettorale di Vannacci sul milione e mezzo di preferenze. Liste senza jolly per il M5s. L'unico nome forte è Pasquale Tridico, padre del reddito di cittadinanza e candidato (naturalmente) al Sud. I piccoli si giocano la sopravvivenza. Stati Uniti d'Europa mette in campo Matteo Renzi ed Emma Bonino. Renzi è ottimista: «Da solo valgo il 2%». Domani sera vedremo. Azione si fida di Calenda che ha girato in largo e lungo l'Italia.

Avs si affida all'effetto Salis. L'attivista ai domiciliari a Budapest è candidata nel Nord Ovest e nella circoscrizione Isole. Altro jolly è Francesco Emilio Borrelli, fortissimo e seguitissimo sui social per le sue battaglie contro la camorra.

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