Abbiamo atteso. Abbiamo sperato. Ci abbiamo creduto. Ma alla fine l'incertezza regna sovrana. L'unica cosa certa è che non ci sarà nessuna fase due per il momento. Uno e mezzo. La gente è stremata, sfiancata. Non ne può più. E alle rassicurazioni di Conte, «il Governo farà la sua parte. Lo Stato c'è. Dobbiamo cambiare le cose che non vanno. Rimboccatevi le maniche. Il piano parte dal 4 maggio. Ve lo anticipiamo»; a questi panegirici, ci pensano i governatori delle Regioni a rassicurare i loro cittadini. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha dato subito fiducia. Qui la fase 2, di fatto, è già partita. Le imprese lavorano, in giro durante la settimana ci sono auto, moto, camion, parcheggi pieni. Le persone si comportano bene, non ci sono assembramenti, tutti indossano i dispositivi, stando a debita distanza. Un governatore preoccupato per i conflitti sociali, «si rischia la disperazione, mancano i soldi». «Vedo messaggi ha detto ieri durante la conferenza stampa - di gente che vuole lavorare, magari non è consuetudine dappertutto, ma da noi la gente vuole lavorare. Non ho un messaggio di chi mi chiede un sussidio o il reddito di cittadinanza. Bisogna fare in modo che si riparta, in sicurezza perché il nemico è sempre dietro l'angolo. Io capisco che in Italia ci sia qualcuno meno interessato alle attività produttive ma qui noi manteniamo le nostre famiglie e il resto d'Italia. L'Italia non si può dimenticare di Regioni produttive come Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e altre».
E così dopo aver autorizzato le vendite da asporto per bar locali e ristoranti, ora anche tramite auto, tipo McDrive, ieri un altro strappo. Alle sei di questa mattina è partita la nuova ordinanza che prevede lo spostamento singolo su tutta la regione, per andare nelle seconde case di proprietà o accedere alle imbarcazioni o ai velivoli, fuori del comune di residenza, per la manutenzione o la riparazione. Così come si può, dalle 18 di ieri, fare attività motoria all'aria aperta, da soli, a piedi o in bicicletta, in tutto il Comune, con l'obbligo di evitare gli assembramenti e indossare guanti e mascherina.
Anche in Lombardia, il governatore Attilio Fontana ha rimarcato la mancanza di regole chiare e ben precise del nuovo decreto del governo. «Non si è parlato di controlli sul trasporto pubblico ha detto ai microfoni di Sky Tg 24 - chi li fa? Non si è detto niente su cosa si offre alle famiglie per poter gestire la presenza dei bambini. È un grosso problema». Per questo ha approvato il «Pacchetto famiglia» con contributi straordinari per chi è in difficoltà. E poi le chiese. Li abbiamo visti tutti i cortei dell'Anpi, quando noi sacrifichiamo i morti. Ora la Regione è al lavoro con prefettura, comune e arcidiocesi di Milano per «sostenere la possibilità di riaprire le chiese per le celebrazioni religiose, in una cornice di massima sicurezza».
Anche la Liguria scavalca il Governo e anticipa la ripartenza. Toti ha firmato l'ordinanza, già contestata da Pd e Cinque Stelle, che prevede lo sblocco di varie attività e «nuove» libertà di spostamento. I ristoranti tornano a lavorare con l'asporto. Sì a jogging e giro in bici dalle 6 alle 22. Sì anche alla pesca ed equitazione. E, si potranno raggiungere barche e seconde case, dentro la Regione, rientrando in serata.
Anche il Friuli Venezia Giulia si era già attivato, sì al take away, manutenzione di
imbarcazioni da diporto e attività motorie nel proprio comune. E in Emilia Romagna, anche il piddino Bonaccini, guarda caso, si è detto deluso per scuola e famiglia. Perché questa Italia, senza gli italiani, ma chi la salva?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.