Treviso Insomma sempre così. Sul più bello che l'emergenza sembri finire, Zaia interrompe le dirette, chiudono le attività dell'Infocovid, che si dice, sì ok riapriamo, ok a sport di contatto, facciamo anche «festa», sul più bello, il governatore del Veneto Luca Zaia annuncia una nuova ordinanza. Stavolta si torna indietro. Stavolta più restrittiva. Perché non va bene così. Troppi assembramenti. Troppa gente in giro, che fa festa. Che balla, a piedi nudi, in spiaggia, nelle piazze, in riva al mare, che si ammassa agli aperitivi. Vedi al Pride Village di Padova, cominciato l'altro giorno. Gente che sostanzialmente se ne sbatte di indossare la mascherina, di stare a distanza, di lavarsi le mani, di non avvicinarsi, di non abbracciarsi. Siamo animali sociali. Programmati per unirci. Dopo un po' la gente si lascia andare. Si fa trasportare. Ci si amalgama nell'onda, quella che tanto ormai ci siamo dimenticati degli orrori che abbiamo visto, e si pretende di tornare a fare la vita di prima.
E così ieri Luca Zaia, infuriato, con fare molto risoluto e anche piuttosto ombroso, nel corso di una conferenza stampa straordinaria, una di quelle che aveva interrotto dopo 130 giorni consecutivi, ha annunciato una nuova ordinanza a partire dalla prossima settimana. Mancava solo l'interprete della lingua dei segni, Chiara Sipione, che Zaia intende ripristinare. «Io non so a chi fare i complimenti ha detto siamo passati dal rischio basso al rischio elevato perché oggi abbiamo un Rt di 1,63% e avevamo lo 0,43. Io avrei detto elevatissimo. Se continuiamo ad andare in giro senza mascherina, se continuiamo a pensare che i complottisti abbiano ragione e che il virus sia un'invenzione dei Big Pharma o dei marziani è inevitabile che accadano ste cose. O peggio chi pensa che questo virus sia solo di determinate categorie sociali o di età. Abbiamo una categoria di irresponsabili che sta diffondendo informazioni che faranno morire le persone. E ai comportamenti irresponsabili di qualcuno si aggiungono altrettanti comportamenti irresponsabili». Zaia ha parlato di un imprenditore vicentino rientrato dalla Serbia per lavoro il 25 giugno e che ha iniziato a stare male e avrebbe organizzato feste private, partecipato a funerali, negato di sottoporsi a un tampone e poi rifiutato anche il ricovero. Anzi poi nonostante il tampone positivo ha continuato a vedere le persone. Ricoverato il primo luglio, ora è in rianimazione. «Lunedì presentiamo un'ordinanza per le restrizioni ha annunciato Zaia - non chiedetevi neanche se il virus torni a ottobre perché ce l'abbiamo già qui. Ridicolo è che la vita delle persone valga mille euro. Se uno commette il reato di andare coscientemente a infettare in giro le persone ed è prevista una sanzione di mille euro, va rivalutata questa cosa. A quelli di Roma dico che ci diano strumenti per fare ricoveri e buttare via anche la chiave. Se metti a repentaglio la vita degli altri il ricovero deve essere coatto. Se fosse per me prevederei la carcerazione. Fondamentale che ci sia il Tso davanti a un sintomatico positivo grave».
Un Veneto che ha conosciuto l'emergenza in tutti i suoi aspetti. Proprio qui è stata la prima vittima italiana di coronavirus. A Vo' Euganeo, il 21 febbraio scorso. Adriano Trevisan. Ora con 993.700 tamponi fatti, 19.314 positivi, 737 in isolamento, 2.023 morti (più uno), e 171 ricoverati dei quali 19 positivi; i nuovi sono cinque che hanno portato a 52 isolamenti fiduciari a Vicenza e 37 a Verona. In terapia intensiva sono 8 e tutti negativi. I nati sono 102.
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