Vignetta sulla Boschi Il Pd contro Travaglio: «Fa una satira sessista»

Il ministro in versione discinta sul «Fatto» Bufera sul direttore. I dem: «Indignati»

Laura Cesaretti

Roma La ministra è raffigurata semi-discinta, abbandonata sulla sedia a cosce (nude) accavallate, forse per evocare, in una colta citazione cinematografica, la scena cult di Basic Instict. Titolo: «Riforme: lo stato delle cos(c)e».

Non è la prima pagina del Vernacoliere, anche se la differenza non è poi così incolmabile: è il Fatto Quotidiano. E la novella Sharon Stone in sottoveste è Maria Elena Boschi, raffigurata in un disegno del vignettista Mannelli. Per essere satira, c'è da dire che non fa granché ridere. In compenso, scatena l'indignazione di mezzo agosto del Pd, e non solo.

Dopo la performance da avanspettacolo di Matteo Salvini con la bambola gonfiabile in sfregio alla Boldrini, e dopo la bufera che è costata il posto al direttore del Quotidiano Sportivo per il titolo sulle atlete «cicciottelle», le accuse di «volgarità» e «sessismo» piovono a gragnuola sul quotidiano diretto da Marco Travaglio. Il quale, del resto, non è nuovo ai lazzi pecorecci sulla avvenente ministra Boschi, anzi - come nota l'Unità - ne è piuttosto ossessionato: «La sua mania per la Boschi andrebbe curata. Facciano qualcosa i suoi collaboratori o i suoi familiari, oltretutto ne va della sua salute», ironizza il quotidiano Pd in un corsivo di Mario Lavia. Solo qualche mese fa, il direttore del Foglio si lasciò andare (senza disegnini, quella volta, era un editoriale) a una sfrenata fantasia da film a luci rosse, tendenza sado-maso da osteria: «Ieri Matteo Renzi era in grandi ambasce per Mariaele, che in quel mentre veniva trivellata dai pm di Potenza», scrisse, nel giorno in cui i magistrati lucani vennero a raccogliere la testimonianza della ministra delle Riforme sulla vicenda degli impianti petroliferi. Apriti cielo: la volgarità travagliesca venne unanimemente condannata.

Ieri l'ondata di riprovazione si è ripetuta, da sinistra («Uomini, basta sessismo: siamo nel 2016. Rinnovatevi anche nella satira. Solidarietà alla ministra Boschi», twitta la presidente della Camera Laura Boldrini) a destra («Il corpo delle donne va rispettato senza se e senza ma. La satira è altro. Solidarietà al ministro Boschi», dice Renata Polverini di Forza Italia).

E ancora: la ministra Stefania Giannini parla di «una vignetta che non fa ridere e suscita indignazione». Il capogruppo Ettore Rosato dice che «la rabbia fa perdere la ragione e il buongusto». Fino alla scivolata dell'eurodeputata Pina Picierno, che manda «un abbraccio alla Boschi, una donna con due attributi così».

Con una eccezione, che la dice lunga sullo stato dei rapporti interni al Pd: la minoranza bersanian-dalemiana, solitamente loquacissima quando si tratta di attaccare politicamente la Boschi, e in precedenza sdegnatissima per il titolo sulle «grassottelle», stavolta non alza neppure un sopracciglio per criticare la vignetta travagliesca. Idem i Cinque Stelle, che pure fecero fuoco e fiamme per il ben più mite «bambolina» affibbiato da Enzo De Luca a Virginia Raggi. Ma si sa, nella logica della tribù ognuno si difende le donne sue.

Il Fatto Quotidiano, finito sulla graticola, affida una difesa scivolosa al malcapitato vice-direttore Stefano Feltri, che - mentre Travaglio si defila - prova senza troppo successo a spegnere le polemiche: «Le vignette di solito non si spiegano, a volte il senso è proprio nell'ambivalenza o nel paradosso, ma faccio un tentativo.

Mannelli, per come la vedo io, gioca sul fatto che vista la scarsa capacità della Boschi di argomentare la propria riforma, in quei dibattiti molti spettatori finiscono per concentrarsi più sullo stato delle cosce che sullo stato delle cose». Come dire: quando la toppa è peggio del buco. Ma in fondo, in tempi di vendite magre, pure questa è pubblicità.

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