Vaccino trivalente efficace anche contro il coronavirus: riduce il rischio delle complicazioni più gravi. Ma per 4 italiani su dieci la profilassi, anche se fosse trovato un vaccino ad hoc anti Covid, è un'opzione improbabile.
L'ipotesi che il vaccino per il morbillo facesse da scudo anche al Sars Cov2 era stata già avanzata da alcuni studiosi all'inizio della pandemia ma ora arriva la conferma da uno studio Usa. La somministrazione del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia sarebbe utile per prevenire l'infiammazione settica associata all'infezione da Covid-19. Ad affermarlo un gruppo di studiosi che ha pubblicato le osservazioni sulla rivista dell'American Society for Microbiology. I ricercatori dell'Università statale della Louisiana e della Tulane University School of Medicine a New Orleans, sottolineano anche come la vaccinazione trivalente non presenta controindicazioni. «I vaccini vivi attenuati sembrano avere alcuni benefici non specifici, oltre a garantire l'immunità al patogeno bersaglio», -spiegano i ricercatori.
E visto che parliamo di un vaccino sperimentato gli studiosi ne consigliano l'uso visto che protegge da «morbillo, parotite e rosolia con il potenziale ulteriore vantaggio di aiutare contro Covid-19». A sostegno dell'ipotesi che il vaccino protegga anche dal Covid (già avanzata in relazione al fatto che la popolazione più giovane vaccinata di recente si è contagiata di meno e in forma più lieve) c'è il decorso benigno della malattia in 955 marinai americani risultati positivi a Covid-19 e tutti vaccinati. Non solo: i tassi di mortalità da Covid 19 sono più bassi nelle aree dove la profilassi è più diffusa.
Ma nonostante la gravità della malattia un sondaggio conferma che oltre 4 italiani su 10 potrebbero non vaccinarsi contro Covid-19. A superare l'incomprensibile diffidenza per i vaccini non bastano le vittime, la sofferenza dei pazienti sotto gli occhi di tutti e neppure le indicazioni degli scienziati sul fatto che sarà possibile liberarsi da Sars Cov 2 soltanto con un vaccino ad hoc. Una ricerca dell'EngageMinds HUB dell'Università Cattolica rivela che quasi la metà della popolazion, 41 per cento, è restia nei confronti del vaccino. La professoressa Guendalina Graffigna che ha coordinato lo studio spiega che i più giovani sono diffidenti solo nel 34 per cento dei casi contro il 41 del totale. E così anche i più anziani, con il 29 per cento di dubbiosi. Più diffidenti i cittadini tra i 35 e i 59 anni che non si vaccineranno nel 48 per cento dei casi.
Una diffidenza che davvero lascia perplessi visti i numeri della pandemia di Covid 19 nel nostro Paese. Un fenomeno in flessione ma che anche ieri ha registrato 49 vittime e 262 nuovi positivi, di questi 165 in Lombardia. Lieve aumento del contagio nel Milanese: 69 nuovi casi di cui 26 a Milano città. Il numero totale dei contagiati è di 238.275 mentre il totale delle vittime è salito a 34.610. É di nuovo in calo anche il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva: 152 in totale, nove meno di due giorni fa. In totale i ricoverati sono 2.474 mentre in isolamento domiciliare ci sono ancora 18.586, in calo di 164 unità.
Da settimane
si trascina la polemica sul numero dei tamponi effettuati, che sarebbero troppo pochi. I tamponi effettuati ieri sono 54.722 con i quali è stato individuato in media un malato ogni 208, 9 tamponi eseguiti, pari allo 0,5.
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