Quando il Conte bis è caduto, il MoVimento 5 Stelle ha pensato di candidare l'ex avvocato degli italiani nel collegio uninominale foggiano, ma l'ex premier ha preferito soprassedere.
Sale così a quattro il numero delle volte in cui l'ex premier giallorosso e gialloverde ha dribblato la competizione elettorale: è accaduto per collegio di Primavalle, per quello di Siena, dove poi è sceso in campo il segretario dei Dem Enrico Letta, per il Roma 1, ossia per il seggio di Roberto Gualtieri che è stato lasciato libero dopo le comunali capitoline e per una potenziale sfida a Foggia, che poi è il territorio in cui Conte è cresciuto.
L'idea - come filtra in Senato - era più o meno questa: rafforzare la leadership, dopo il colpo subito dalla mancata fiducia e dalla incapacità di strutturare una maggioranza attorno ad un Conte ter. Entrare in Parlamento, quindi, per una piena legittimazione politica. In caso, si sarebbe dovuta dimettere l'onorevole Rosa Menga, che ha vinto in un collegio che i sondaggi avevano attribuito al centrodestra, tra la sorpresa generale.
Ora, a distanza di mesi, la Menga è passata al Gruppo Misto, dopo essere stata esplusa dal MoVimento 5 Stelle per non aver votato la fiducia al governo di Mario Draghi. La Menga, con buone probabilità, non avrebbe avuto problemi a fare un passo di lato: il progetto, per alcuni, può essere più importante di uno scranno. Ma le eventuali suppletive di Foggia, per Conte, non sarebbero semplici. E per questo l'ex avvocato degli italiani, pure in quella circostanza, ha optato per l'evitamento.
La conferma arriva pure da ambienti studenteschi vicini all'Università di Firenze: "Dopo la caduta del Conte bis sono iniziate a circolare due voci. La prima riguardava un imminente rientro in Ateneo da parte di Conte. Poi si è iniziato a parlare di una candidatura lampo". Foggia sarebbe stato il banco di prova più naturale: Conte, in misura molto banale, avrebbe dovuto dimostrare di avere consenso e radicamento dai luoghi da cui proviene. Ma avrebbe potuto? Ci sarebbe riuscito?
Un senatore post-grillino, interpellato sul perché l'ex premier non si candidi mai nonostante le tante offerte arrivate - l'ultima, clamorosa, quella di Letta per il Roma 1 che Conte ha rifiutato dopo la mossa di Carlo Calenda - , glissa senza troppi giri di parole: "Alcuni dicono che sia per la paura del confronto, altri perché vuole tenersi le mani libere. Io credo semplicemente che non abbia interesse: è un rischio inutile se non hai struttura territoriale".
Conte, con la ospitata di Atreju, ha detto di non volersi "abbarbicare al Parlamento" e di voler
entrare dalla porta principale. In effetti, rispetto ad una sana competizione in casa propria, è meglio aspettare la possibilità di un collegio blindato nel 2023. Proprio come farebbe un politico navigato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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