Xi, l'imperatore-marxista del XXI secolo

Il leader elevato al rango di Mao Zedong e Deng Xiaoping: "Ringiovanirà la nazione"

Xi, l'imperatore-marxista del XXI secolo

New York. Ottenuta l'investitura sacrale dal Partito comunista cinese che lo proietta verso il terzo mandato, Xi Jinping è pronto ad affrontare il bilaterale con Joe Biden, appuntamento in cui i due leader tenteranno di smussare le tensioni dopo il patto a sorpresa sul clima. Al faccia a faccia virtuale, che secondo i media Usa dovrebbe svolgersi lunedì, il presidente cinese arriva forte della chiusura dei lavori del sesto Plenum del Partito a Pechino, che lo ha incoronato nell'Olimpo dei grandi al pari di Mao Zedong e Deng Xiaoping. «Il compagno Xi e il suo pensiero sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era rappresentano il marxismo contemporaneo, il marxismo del XXI secolo, e l'essenza della cultura e dello spirito cinesi», si legge nel comunicato diffuso alla fine della quattro giorni di lavori a porte chiuse.

Il Plenum ha approvato il «rapporto di lavoro» del presidente, una «risoluzione storica» come riferisce l'agenzia Xinhua: il partito ha stabilito «la figura centrale di Xi, definendone il ruolo guida, come nucleo del Comitato Centrale del Pcc». La dichiarazione è solo la terza del suo genere nei cento anni di storia del Partito, dopo quelle del 1945 e del 1981 sotto Mao e Deng, e sembra confermare che Xi ha sufficiente autorità per ignorare la prassi che lo vorrebbe ritirarsi l'anno prossimo al termine del secondo mandato quinquennale. Nel 2018 il Parlamento del Dragone aveva già annullato i limiti del mandato presidenziale, rimuovendo l'unico impedimento legale ad un suo governo permanente. Confermato che il XX Congresso del partito è stato convocato per la seconda metà del prossimo anno, la sessione plenaria a porte chiuse è stata l'ultima significativa opportunità di Xi di riunire i 370 funzionari di più alto livello prima che si incontrino di nuovo per il rimpasto di leadership in cui lui dovrebbe rafforzare ulteriormente il suo potere.

«Il Plenum è sui risultati passati, ma in realtà riguarda il futuro», ha commentato Tony Saich, direttore dell'Ash Center for Democratic Governance and Innovation dell'Università di Harvard: «Tracciando la continuità del partito per oltre 100 anni, viene utilizzato per dimostrare che era inevitabile che Xi emergesse in questo momento per esserne il cuore». Nel frattempo cresce l'attesa per il faccia a faccia con Biden, il primo, pur se virtuale, da quando si è insediato alla Casa Bianca. La Cina è disposta a «migliorare gli scambi e la cooperazione a tutti i livelli» con gli Stati Uniti e a riportare le relazioni tra le due potenze sulla strada giusta, si legge in una dichiarazione sul sito dell'ambasciata di Pechino negli Usa. Mentre Pennsylvania Avenue ha definito il bilaterale parte degli sforzi in corso da parte di Washington per «gestire responsabilmente» la concorrenza tra i due paesi. Se tra il gigante asiatico e l'America i rapporti rimangono molto tesi sul dossier di Taiwan, sul commercio e sui diritti umani, l'accordo sul clima di mercoledì fa sperare nello sviluppo di alcune aree di cooperazione. Secondo quanto riferito da due fonti informate a Cnbc, tuttavia, Xi ha intenzione di invitare personalmente Biden ai Giochi Olimpici invernali che si terranno in Cina a febbraio.

Una mossa che costringerebbe il presidente Usa a declinare l'invito, raffreddando ulteriormente i rapporti, o ad accettarlo mettendo però in discussione il suo messaggio sulla democrazia e sui diritti umani, mentre il G7 sta discutendo un possibile boicottaggio diplomatico dei Giochi.

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