Xi tende la mano a Biden: "Serve pace". Ma la Cina strizza l'occhio pure a Mosca

A meno di un mese dal G20 di Bali, spiragli di dialogo tra Pechino e Washington. Ma poi ai russi: "Tornerete una grande potenza"

Xi tende la mano a Biden: "Serve pace". Ma la Cina strizza l'occhio pure a Mosca

New York. Xi Jinping tende la mano a Joe Biden con l'obiettivo di «trovare il modo giusto per andare d'accordo». A meno di un mese dal G20 di Bali di metà novembre, dove potrebbe andare in scena il primo faccia a faccia di persona tra il presidente cinese e quello americano, il leader del Dragone sembra smorzare un lungo periodo di tensioni tra Washington e Pechino, aggravate dall'escalation su Taiwan dopo la visita di agosto a Taipei della speaker della Camera, Nancy Pelosi.

La Cina «è pronta a collaborare con gli Stati Uniti per trovare il modo giusto per andare d'accordo nella nuova era sulla base del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti», ha detto Xi, che ha appena ottenuto il terzo mandato alla guida del Partito Comunista Cinese. Nel messaggio inviato al gala annuale del National Committee on Us-China Relations al Plaza di New York ha sottolineato che le due potenze devono trovare il modo di andare d'accordo per salvaguardare la pace e lo sviluppo nel mondo, che «oggi non è né pacifico né tranquillo». «In quanto grandi potenze, il rafforzamento della comunicazione e della cooperazione tra Cina e Stati Uniti aiuterà ad aumentare la stabilità e la certezza globali e a promuovere la pace e lo sviluppo globale - ha scritto nella lettera all'organizzazione no-profit - E non sarà solo un bene per entrambi i paesi, ma anche per il mondo». L'amministrazione Usa ha definito questo mese il Dragone come l'unico avversario degli Stati Uniti «con l'intento di rimodellare l'ordine internazionale e, sempre di più, il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per portare avanti tale obiettivo». Incontrando i responsabili della Difesa americana mercoledì, Biden ha affermato che gli Usa non cercano un conflitto con la Cina e Xi ne è a conoscenza, assicurando che «possiamo gestire in modo responsabile la crescente intensa concorrenza con Pechino» e nella regione indo-pacifica, oltre a «costruire nuove coalizioni impegnate per un mondo libero». Intanto gli Stati Uniti lavorano per riaprire i canali di comunicazione militare bilaterale, chiusi dalla Cina (cosi' come la cooperazione sul clima) dopo la visita di Pelosi a Taipei. Pechino, ha detto il portavoce del ministero della Difesa, «attribuisce grande importanza al rapporto» tra gli eserciti di Cina e Usa «ed è disposta a tenere la relativa comunicazione, ma ci sono principi e linee di fondo per lo sviluppo delle relazioni».

La questione di Taiwan rimane fondamentale, e nonostante la mano tesa a Biden, Xi è tornato a criticare quella che ha definito «interferenza straniera» su Taipei, affermando come il suo Paese non rinuncerà mai al diritto di usare la forza per la riunificazione. Nonostante le parole concilianti nei confronti degli Stati Uniti del presidente cinese, comunque, allo stesso tempo il suo ministro degli Esteri Wang Yi ha parlato con l'omologo russo Serghei Lavrov, affermando che «è diritto legittimo di Pechino e Mosca realizzare il proprio sviluppo e rilancio, che si conforma pienamente alla tendenza di sviluppo del tempo: qualsiasi tentativo di bloccare il progresso dei due paesi non avrà mai successo». La Cina, ha aggiunto, «è disposta ad approfondire gli scambi con la Russia a tutti i livelli, spingere le relazioni e la cooperazione in vari campi a un livello più alto, avvantaggiare meglio i due Stati e popoli e fornire maggiore stabilità al mondo turbolento».

Wang ha anche promesso a Lavrov che Pechino «sosterrà con forza la parte russa, sotto la guida del presidente Putin, per unire e guidare il popolo a superare le difficoltà, eliminare i disordini, realizzare gli obiettivi strategici di sviluppo e stabilire ulteriormente lo status di Mosca come una grande potenza sul palcoscenico internazionale».

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