Carcere a vita. Una sentenza univoca per il «trio criminale» che nel maggio del 2021 drogò e uccise Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù (in Valcamonica). Nessuna differenza di responsabilità tra le figlie della donna, Paola e Silvia Zani, e il genero Mirto Milani - come richiesto dalla pm Caty Bressanelli.
I tre ingannarono la 55enne fingendo di voler festeggiare la festa della mamma: le figlie prepararono per lei una torta a base di muffin. Dentro il dolce, però, c'era anche una dose di benzodiazepine, dei potenti sedativi. Poi, mentre era incosciente, la strangolarono. Le figlie e Mirto Milani pensavano a quell'omicidio in maniera ossessiva da due anni, perché bramavano di mettere le mani sull'ingente patrimonio immobiliare di Laura Ziliani, che era vedova dal 2012. Così, come loro stessi raccontano, guardano le serie tv e da lì prendono ispirazione: nei «Borgia» li colpisce un sicario che strozzava le persone, in «Dexter» scoprono che esiste un veleno chiamato aconito che non lascia tracce nel corpo, guardando «Breaking Bad» prendono in considerazione anche la ricina. Per quattro volte, prima di quell'8 maggio del 2021, i tre tentano di uccidere Laura: avvelenano una tisana, poi il vino e un'altra torta, ma nessuno dei tre piani riesce. Alla fine decidono per lo strangolamento dopo aver stordito la donna. E si arriva così alla sera tra il 7 e l'8 maggio del 2021: l'ex vigilessa viene immobilizzata a letto dalla figlia Paola, che le si butta addosso di peso, e gli altri due le stringono le mani al collo. Il cadavere viene avvolto in una pellicola, mentre i killer indossano cuffie da doccia, guanti, tute da imbianchino e mascherine per non lasciare alcuna traccia. Poi vanno nei boschi della Valcamonica, sotterrano la donna e la coprono con il cemento. Il corpo di Laura Ziliani viene trovato solo tre mesi dopo, quando la piena dell'Oglio svela il cadavere coperto solo dai brandelli di una canotta e di uno slip.
Nelle settimane precedenti Silvia e Paola si erano persino affrettate a chiedere di fare luce sulla scomparsa della mamma davanti alle telecamere di «Chi l'ha visto?», mentre nelle stesse ore le intercettazioni registravano conversazioni inquietanti tra le due. Il corpo non era ancora stato trovato e loro già si congratulavano l'un l'altra per i soldi che di lì a breve avrebbero incassato, riuscendo a dare un anticipo per una nuova vettura e probabilmente e anche ad andare in vacanza. Parlando dell'affitto di una delle case appena acquisite, Silvia Zani dice a Paola: «Già solo con quella paghiamo l'anticipo per un'auto nuova () eh eh eh (ride, ndr), poi c***o 900 euro, troppo figo () peròcosa più importantecosì almeno quella settimana lì poi scappiamoche possiamo praticamente andare in vacanza». Quando vengono arrestati i tre si difendono con il silenzio.
La svolta quando Mirto si tradisce con un compagno di cella che rivela la sua confessione. Da quel momento il «trio criminale» rivela tutto e ieri viene condannato all'ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla parentela.
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