Zingaretti perde peso e resta isolato. Sorride solo la corrente renziana

Mario Draghi tiene sulle spine il Pd per la scelta dei ministri fino alla fine. E quando ufficializza la lista per il Pd è quasi una Caporetto.

Zingaretti perde peso e resta isolato.  Sorride solo la corrente renziana

Mario Draghi tiene sulle spine il Pd per la scelta dei ministri fino alla fine. E quando ufficializza la lista per il Pd è quasi una Caporetto. I dem portano a casa tre ministeri: Andrea Orlando (Lavoro), Dario Franceschini (Cultura) e Lorenzo Guerini (Difesa). Ma al Nazareno c'è poco da festeggiare. Zingaretti finisce sul banco degli imputati. Il Pd cede i due ministeri di spesa: Infrastrutture e Trasporti (Paola De Micheli) ed Economia (Roberto Gualtieri). Perde la sfida con gli alleati Cinque stelle, che incassano 4 ministeri. Zingaretti ottiene due deleghe leggere con Franceschini e Orlando. La beffa arriva con lo spacchettamento della delega di Franceschini: il Turismo va, infatti, al leghista Massimo Garavaglia. La terza poltrona in quota Pd, quella di maggior prestigio, va a Lorenzo Guerini che non è proprio un zingarettiano di ferro. Il ministro della Difesa è il leader della componente Base riformista, gli ex renziani che puntano a sfrattare Zingaretti dalla guida del Pd.

L'umore al Nazareno è sotto tono. Paga pegno anche Goffredo Bettini con l'uscita dall'esecutivo del ministro dell'Università e Ricerca scientifica Gaetano Manfredi. Non nasconde la delusione il leader dei dem che ora spera nei sottosegretari: «In questi mesi, nel lavoro di ricostruzione del partito, abbiamo scommesso molto sulla valorizzazione della forza e della risorsa delle donne e, in questi giorni, nella centralità del tema della differenza di genere come cuore del programma per la ricostruzione italiana. Nella selezione della componente del Pd nel governo questo nostro impegno non ha trovato rappresentanza». In ogni caso Zingaretti promette lealtà: «Buon lavoro al nuovo governo Draghi che sosterremo con lealtà e convinzione. Ora riprendiamo il cammino con impegno per fermare la pandemia e promuovere investimenti per creare lavoro, rilanciare la scuola, rafforzare la sanità e le reti sociali». C'è chi nel Pd vede comunque il bicchiere mezzo pieno: «Quello di Mario Draghi è sicuramente un governo all'altezza della situazione. Auguri di buon lavoro a tutta la squadra, in modo particolare a Guerini, Franceschini e Orlando», scrive su Twitter Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato. In linea Graziano Delrio, capogruppo alla Camera dei Deputati: «Una squadra fatta di donne e uomini competenti e preparati. Ora facciamo partire progetti, valorizziamo idee e difendiamo i valori che proteggono il nostro Paese. Pensando in primo luogo a chi è più fragile, a chi sta pagando il prezzo più alto della pandemia». Con una delega in meno, Franceschini si limita a un commento di rito: «Grazie al presidente Mattarella e al presidente Draghi.

Cercherò di onorare al meglio la fiducia, lavorando perché la Cultura italiana sia il motore della ripartenza del Paese. Giusta scelta un ministero per il solo Turismo, cosi' colpito dalla crisi. Buon lavoro a Massimo Garavaglia». Festeggia, eccome, Matteo Renzi: «Una squadra di alto livello, con alcuni ingressi di straordinario valore».

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