MilanoCosa sia passato ieri mattina nella testa di Saadallah Ganouni a dire il vero nessuno lo ha ancora capito. Salvo qualche colpo di scena imprevisto sul fronte delle indagini questo tunisino regolare di 42 anni, marito fedele e gelosissimo e padre di tre figli piccoli, sarà ricordato soprattutto per aver tentato ieri mattina di entrare alla guida di un Suv - unauto rubata apposta per loccasione e piena di volantini in lingua araba inneggianti la lotta contro loccidente ostile - nella vetrata della porta 14 del terminal 1 dellaeroporto di Malpensa. Portando scompiglio e panico tra la gente che si apprestava a raggiungere il check in delle partenze nazionali e internazionali dello scalo. E costringendo le autorità a fermare per precauzione tutti i voli in partenza per almeno un paio dore e a far scattare il piano anti terrorismo. Tutto tra la folla impaurita per il timore di un attentato.
Per il resto pochissime certezze, tanti interrogativi, forse un po troppi. Rimasti nellaria dopo che il tunisino - dopo lo scontro sceso dallauto sulla quale ha lasciato noncurante la moglie e i figli - ha recitato una sceneggiata scomposta. Prima tentando di avventarsi contro un poliziotto al quale ha lanciato addosso un coltello con la lama lunga almeno 20 centimetri, poi conficcatosi nel tavolino di un check in; quindi ingaggiando una brevissima colluttazione con un altro agente che lo ha bloccato in maniera definitiva sparandogli al piede sinistro con la pistola dordinanza. Una boutade durata in tutto una manciata di secondi, tra la folle manovra contro la porta a vetri e la scena del coltello. Una «recita» conclusasi con una serie di frasi sconnesse che il tunisino e la moglie hanno pronunciato un po in arabo e un po in italiano: «Qui cè la peste suina, ce ne vogliamo andare via, vogliamo tornare in Tunisia».
Saadallah Ganouni vive da diversi anni in Brianza, è regolare e, fino a qualche giorno fa, quando è stato licenziato, ha fatto loperaio in una ditta del Milanese. La moglie Patrizia è unitaliana 32enne di origini calabresi convertita allIslam, unex impiegata ora in cassa integrazione; i figli - due bambine di 8 e 5 anni, un maschietto di poco più di un anno - apparentemente non hanno problemi. Luomo è conosciuto per il suo carattere difficile: è stato denunciato da almeno un paio di vicini di casa per minacce. Tuttavia non ha mai dato segni di squilibrio.
Ieri mattina, allimprovviso, luomo lascia con tutta la famiglia la sua abitazione brianzola di Ceriano Laghetto. Sono le 9. Padre, madre e i tre figli escono a piedi, lasciando la vettura di famiglia - una Volswagen blu - parcheggiata in cortile. Quindi, apparentemente sempre senza un perché - si recano a Cerro Maggiore dove Saadallah, intorno alle 10.30, ruba un Suv di colore scuro. Alle 11.06 è con la famiglia a Malpensa ed entra con lauto nella porta 14 del terminal 1.
«Con gli elementi in nostro possesso ora possiamo solo parlare del gesto inconsulto di un matto - spiega il magistrato della Procura di Busto Arsizio che conduce linchiesta, Roberto Pirro Balatto -. Certo: se fosse stato un kamikaze con lauto piena di esplosivo sarebbe stata una strage. Ma non abbiamo nessun elemento vero, concreto che porti in quella direzione, quella del terrorismo. Il tunisino, a parte il coltello, non era armato.
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