Polverini, ritorno alle Fosse Ardeatine «Vengo tutti gli anni» La candidata del centrodestra assicura: «Non mi sento sola, ho vicino tutto il Pdl»

«Sono stata qui tante volte, ho portato anche i miei nipoti. Vengo qui tutti gli anni per tramandare il ricordo perché di fronte a questo eccidio è bene che i giovani, e sono contenta che ci siano tante scuole romane, possano ricordare che non devono essere commessi atti come questo». Così Renata Polverini ha spiegato la sua presenza ieri alla cerimonia di commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Una presenza apprezzata da Riccardo Pacifici («il tema della memoria è un impegno attivo così come quello dell’antifascismo sul quale continueremo a vigilare e non ci piegheremo», ha detto il presidente della Comunità ebraica di Roma) ma che qualcuno a sinistra ha tacciato di opportunismo, soprattutto notando l’assenza di Emma Bonino: «Non mi voglio appropriare di nessuna ricorrenza che fa parte della storia del nostro Paese e della nostrà città», ha detto la candidata del centrodestra. Che ha anche annunciato di voler proseguire «l’impegno della Regione con il Viaggio dei Giusti e spero di poter accompagnare le scuole nel mio nuovo ruolo di presidente del Lazio: solo così si può evitare che certe cose si ripetano». Nel pomeriggio Polverini ha anche visitato la Sinagoga di Roma ed è stata poi accompagnata per le vie del Ghetto di Roma dal deputato Pdl Alessandro Ruben. In questa occasione, a una domanda di un cronista, Polverini ha fatto mostra di ottimismo in vista del voto di domenica e lunedì: «Senza il Pdl non mi sento sola: ho vicino tanta gente e soprattutto tutti gli uomini del Pdl che stanno facendo campagna insieme a me».
Ieri Polverini ha anche incontrato presso il suo comitato elettorale una delegazione di sordomuti, ai quali ha promesso un «contributo per risolvere i vostri problemi».

Alla candidata il presidente dell’Ens (Ente nazionale sordomuti) di Roma Luigi Luciano Severi con l’aiuto di un interprete ha spiegato che all’interno delle Asl le commissioni valutano arbitrariamente le disabilità gravi e ha sottolineato l’esigenza di rendere permanente il servizio ponte (una centralina telefonica dove gli operatori mettono in contatto persone sordomute con udenti) e di riconoscere nelle scuole la figura professionale dell’assistente alla comunicazione che affianca i ragazzi sordomuti.

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